Maggior tutela sul posto di lavoro in EDUCatt: il Modello 231
Attraverso il Codice etico e un modello di lavoro completo ed efficace la Fondazione si preoccuperà di monitorare con più cura eventuali comportamenti nocivi in ambito lavorativo.
Durante l’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione di EDUCatt, tenutasi lo scorso 30 ottobre, sono stati attivati il Modello 231 e il Codice etico della Fondazione. Obiettivo: generare un clima virtuoso di comportamenti positivi, stimolati da una crescente cultura aziendale.
Di cosa si tratta? Nel dettaglio il Decreto Legislativo 231 del 2001, detto anche Legge di responsabilità aziendale o di responsabilità amministrativa dell’ente, si applica in un contesto per cui un soggetto, nel commettere atti illeciti, coinvolge e/o rende inconsapevolmente complice l’azienda o l’ente per cui lavora. Dunque la responsabilità penale si allarga anche al posto di lavoro, che rischia di incappare in multe, pene di carattere pecuniario e la revoca di strumenti indispensabili in realtà come EDUCatt (permessi e licenze, per esempio). Il Dlgs 231 del 2001 indica quali sono i reati che non devono avvenire all’interno di un’azienda e di cui essa non deve assolutamente risultare responsabile; tramite la costruzione di un modello, da creare ad hoc sulle esigenze delle differenti realtà lavorative, viene strutturato un sistema di procedure atte a prevenire comportamenti illegali. È inoltre previsto uno strumento fondamentale, un Codice etico, che contribuisce a creare un ambiente ideale alla comprensione e alla condivisione delle giuste abitudini; non solo: si ritiene necessario fare formazione ai dipendenti nel cui ambito lavorativo è possibile intravedere un rischio di infrazione, in modo tale da comprendere quali sono i comportamenti virtuosi da mantenere. Tutto questo con lo scopo di tutelare l’ente che si dota di tali strumenti (prassi non obbligatoria, ma caldamente consigliata) e metterlo in una condizione esimente qualora, nonostante tutto, ci si trovi a dover fare i conti con un reato compiuto da un dipendente, a qualsiasi livello della scala gerarchica esso si trovi.
Con l’approvazione del Modello 231 e del Codice etico – per i quali si sono presi spunti sia dalle linee guida elaborate da Confindustria sia dal patrimonio culturale condiviso con il Modello 231 e il Codice etico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – EDUCatt si dota di uno strumento molto potente: un modello di controllo che condurrà a procedure e prassi virtuose, un codice etico di tutta una serie di comportamenti che generano un ambiente di lavoro sano. È inoltre prevista la creazione di un organo di vigilanza (che manterrà un costante flusso informativo con la Fondazione) con il compito di monitorare il rispetto dei nove protocolli contenuti all’interno del Modello 231 di EDUCatt, realizzati a pennello per la Fondazione e che riguardano ambiti delicati e necessari da procedurare: dalla sicurezza sul lavoro a quella alimentare, dal rapporto con i fornitori e/o terzi a quelli con la pubblica amministrazione.
«Si tratta di uno strumento fondamentale per una crescita della cultura aziendale», commenta Pietro Parmeggiani, internal auditor EDUCatt, «per un miglioramento della qualità del lavoro e in contemporanea di un certo efficientamento interno, oltre che di una maggiore facilità di controllo. Dal punto di vista dell’Area Controlli una modalità di lavoro di questo tipo aiuta a migliorare le possibilità di controllare meglio l’attività del proprio ente, generando con il tempo un circolo sempre più virtuoso».
Per approfondire il Dlgs 231: https://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/01231dl.htm