Raccontare ciò che facciamo. Anche con i social
Tra i doveri della Fondazione, per assicurare l’obiettivo centrale del diritto allo studio, c’è la comunicazione. Per questo EDUCatt, alla comunicazione offline, al sito internet, al mailing, ha da tempo affiancato i social network.
Il delicato compito di rendere noti con precisione e puntualità gli interventi messi in campo per favorire l’accesso, la frequenza e la regolarità degli studi, deve coniugarsi con una strategia atta a raggiungere il massimo pubblico potenziale interessato al servizio. Instagram, Facebook, LinkedIn e Twitter sono i canali su cui la Fondazione ha puntato per intavolare un discorso e un dialogo che, mantenendo ben fermi alcuni capisaldi comunicativi, riesca a raggiungere tutto il pubblico di riferimento.
Attraverso un canale informale come Instagram, per esempio, è possibile raccontarsi con estrema velocità a un pubblico anche molto giovane, di matricole e di potenziali matricole, raggiungendolo direttamente con immagini, storie, tag e messaggi in direct, mentre con Facebook si privilegia un pubblico più attento alla programmazione di eventi e che ama leggere notizie specifiche, anche di molte battute, e chiedere informazioni su temi specifici. Con Linkedin, il social dedicato al lavoro, si riesce a comunicare direttamente con i colleghi, mentre con Twitter si veicolano brevi ma importanti notizie.
La particolarità e la sfida nella gestione dei canali è che questi, a prescindere dalle loro specificità e dalle loro apparenze (e, ricordiamolo, il medium non è mai neutrale, soprattutto al tempo degli algoritmi), dipendono da un ente senza fine di lucro e devono attuarsi all’interno di un codice ufficiale e istituzionale.
Dietro la superficie e l’istantaneità delle comunicazioni, c’è dunque grande lavoro di immagine, grafica, relazioni, customer service ma soprattutto di cura linguistica. L’obiettivo, non banale, è infatti di comporre messaggi che ottengano il massimo grado di vicinanza e di comprensibilità. Se un’informazione sul bando della borsa di studio sarà certamente differente da un messaggio di benvenuto in occasione della riapertura dell’anno accademico, il tono della comunicazione dovrà in ogni caso mantenersi in equilibrio tra informalità, sintesi e precisione. Il singolo lettore potrà dunque conoscere i servizi e le loro modalità di accesso, evitando di cadere in incomprensioni o falsi orizzonti di attesa.
Per questo fine il linguaggio deve essere chiaro e preciso, libero il più possibile da formule e parole vuote appartenenti al linguaggio burocratico e deve seguire poche ma determinate regole:
- attingere al vocabolario comune (A2 italiano)
- usare un lessico concreto
- privilegiare la funzione denotativa e conativa del linguaggio
- privilegiare frasi brevi e paratattiche
- abbondare con il fraseggio verbale ed evitare le frasi nominali
- attenersi al chi, cosa, quando, dove, perché
- utilizzare la ridondanza e il parallelismo, ed evitare la varietà
- utilizzare il tu o il voi generico
La relazione che s’instaura sarà allora di reciproco scambio, come accade con i messaggi scambiati con i collegi dell’Ateneo, tutti presenti sui social principali.
Il fruitore, soddisfatte queste premesse, si accosta con fiducia al medium e scambia attraverso di esso informazioni adeguate e di livello che poi verranno riutilizzate per affinare ancora lo strumento. Questi dati ci aiuteranno poi nello sforzo di interpretare le esigenze degli studenti, per provvedere a soddisfarle attraverso servizi mirati ed efficaci, considerando sempre che un Ente come EDUCatt ha al centro il dialogo con lo studente, ritenuto una persona da accompagnare verso un futuro nel quale creerà valore, con il suo lavoro, la sua professionalità, le sue conoscenze.