Dalle voci degli studenti una strada per il futuro
Cosa pensano gli studenti dei nostri servizi e che percezione hanno avuto delle attività della Fondazione durante il periodo di emergenza sanitaria? Quale contributo dà EDUCatt allo sviluppo di determinate soft skills? Ecco le risposte degli studenti all’indagine proposta lo scorso dicembre dall’équipe di psicologi del Progetto LIFE.
Come mai il servizio di prestito libri EDUCatt è più conosciuto nelle sedi di Milano (38%) e Piacenza (32%) rispetto alle sedi di Roma (17%) e Brescia (21%)? Perché nella sede di Roma (40%) il canale comunicativo del passaparola funziona più che a Milano (31%)?
Questi e molti altri spunti di riflessione derivano dall’analisi dei dati raccolti dal team del Progetto LIFE (Lightening Innovations For Empowerment) attraverso un questionario agli studenti di tutte le sedi dell’Università Cattolica, erogato nel mese di dicembre. L’indagine di soddisfazione era articolata in sedici quesiti costruiti dal team di esperti per rilevare il grado di conoscenza dei servizi EDUCatt, i canali di comunicazione più efficaci della Fondazione, la percezione dell’Ente durante l’emergenza sanitaria e la sua capacità di agevolare lo sviluppo di soft skills quali la gestione e organizzazione del tempo o l’acquisizione di un metodo di lavoro efficiente.
Il questionario, sviluppato ed erogato grazie alla collaborazione con il Nucleo di valutazione d’Ateneo e somministrato a dicembre 2020 tramite la piattaforma online Questback, ha trovato la risposta di oltre 2.000 studenti con una percentuale, rispetto alla totalità degli invii, così suddivisa tra le varie sedi:
In generale il grado di soddisfazione dei servizi EDUCatt ha ottenuto, su una scala da uno a dieci, una media ponderata di 6,32 a Brescia, 7,05 a Milano, 5,9 a Roma e 6,85 a Piacenza-Cremona, secondo il giudizio di chi ne ha usufruito. Tra i servizi più conosciuti, l’erogazione di agevolazioni economiche e il servizio di ristorazione si affermano con percentuali che, sulla totalità dei rispondenti, oscillano tra il 70% e l’80%, mentre le soluzioni abitative sono conosciute da circa il 50% dei rispondenti delle sedi di Milano e Piacenza-Cremona, dal 77% delle sedi di Roma e dal 46% della sede di Brescia. Le considerazioni più interessanti derivano però dai servizi che registrano forti oscillazioni tra le sedi, come per esempio la Distribuzione di libri e pubblicazioni EDUCatt in formato cartaceo e digitale, conosciuta a Milano dal 58% dei rispondenti contro il 40% di Roma e Piacenza e il 31% di Brescia o il servizio di consulenza psicologica, molto più conosciuto a Roma (30%) rispetto alle sedi di Milano (13%), Piacenza-Cremona (18%) e Brescia (10%).
Sono dati che chiedono una riflessione sul funzionamento dei servizi della Fondazione e sulle differenze operative e strutturali delle diverse sedi con l’obiettivo di incentivare processi efficaci in alcune sedi e estenderli in altre, ove sussistano i requisiti che ne permettono il funzionamento: così se il passaparola è uno strumento comunicativo valido nella sede di Roma (40%) è giusto chiedersi se i requisiti che ne sottendono l’efficacia siano presenti anche in altre sedi per replicarne gli effetti. Eliminando il valore di giudizio da ogni confronto, l’obiettivo principale di ogni valutazione è sempre il miglioramento dei servizi offerti alla comunità universitaria, attraverso l’attivazione di azioni mirate al miglioramento dell’offerta o l’implementazione di servizi e processi esistenti.
Tra gli oggetti d’indagine del questionario non solo la conoscenza e la soddisfazione dei servizi, ma anche la percezione che gli studenti hanno avuto delle attività della Fondazione durante il periodo di emergenza sanitaria.
Su una scala da uno a dieci i rispondenti delle sedi di Milano, Brescia e Piacenza-Cremona hanno ritenuto più che sufficiente sia l’offerta e la qualità dei servizi, sia la presenza di EDUCatt e la chiarezza delle informazioni fornite, mentre i risultati inferiori ottenuti sulla sede di Roma richiedono una riflessione per mettere in campo azioni mirate ad aumentare la percezione della presenza della Fondazione e della sua vicinanza agli studenti. Sono risultati da leggere alla luce di mesi difficili in cui l’emergenza sanitaria ha costretto ad azioni strategiche per aiutare gli studenti, per continuare a garantire i servizi necessari, ma anche per farsi sentire vicina nella sua mission di ascolto e supporto.
Infine, il questionario chiedeva agli studenti se, secondo la loro percezione, l’Ente per diritto allo studio contribuisse in qualche modo allo sviluppo di alcune soft skills legate principalmente alla gestione dello stress, alla capacità di organizzare il tempo e di sviluppare un efficace metodo di lavoro: la percentuale di studenti che hanno risposto “sì” è tra il 20 e il 30% su tutte le sedi, con un primato del 45% sullo sviluppo di una migliore organizzazione del tempo per gli studenti della sede di Piacenza-Cremona. L’obiettivo di queste domande è anche quello di rendere consapevoli gli studenti sugli effetti dei nostri servizi sul loro sviluppo personale e professionale: così la possibilità di lavorare durante il periodo universitario (@StudentWork EDUCatt), per esempio, aiuta a sviluppare un metodo di organizzazione del tempo e di gestione della pressione che sono bagaglio prezioso per il loro futuro lavorativo e non. Da qui l’importanza di chiedersi e comprendere l’effetto dei servizi sul benessere, sul rendimento e sulla vita degli studenti che ne beneficiano, perché l’offerta della Fondazione non si fermi ai servizi ma sia un supplemento alle attività formative con impatti a lungo termine diffusi e significativi.
Il Progetto LIFE (Lightening Innovations for Empowerment), avviato nel 2017 in seguito alle indagini svolte in precedenza, nasce con l’obiettivo di dar voce ai diversi gruppi di interesse della Fondazione e di ascoltare i bisogni, le opinioni e i suggerimenti della comunità universitaria: dall’analisi dei dati raccolti grazie alle risposte dei propri fruitori EDUCatt può lavorare per l’attivazione di azioni mirate al miglioramento dell’offerta e al soddisfacimento più puntuale delle necessità riscontrate. Per questo è importante che il dialogo tra il team del Progetto LIFE e la comunità universitaria sia sempre più fluido e incontri il maggior numero possibile di bisogni, idee e opinioni.