Il diritto allo studio in Università Cattolica: una storia lunga un secolo
Alle soglie della 97° Giornata Universitaria, nel riscoprire il senso di una tradizione lunga quasi un secolo, è possibile rintracciare anche l’origine di quell’idea di solidarietà sociale che – ben prima del concetto di diritto allo studio – è stata principio direttivo e fondante di un’università nata con una grande missione e sostenuta dai cattolici di tutta Italia.
È il 1923 quando Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica, promuove per la prima volta la Giornata Universitaria in tutte le parrocchie italiane. L’iniziativa, che oggi chiameremmo di fundraising, è istituita formalmente l’anno seguente e nasce proprio per raccogliere fondi a sostegno del neonato Ateneo presso tutti i cattolici italiani che, in qualsiasi misura, volessero contribuire al nobile progetto di padre Agostino Gemelli: educare e preparare i giovani alla vita e formare nuove generazioni capaci di contribuire al progresso del Paese e delle scienze.
Dall’anno seguente le cifre raccolte durante la Giornata Universitaria, così come gli iscritti all’Associazione degli Amici della Università Cattolica, registrano un costante aumento: un milione e ottocentomila lire nel ’25; due milioni e trecentomila lire nel ’26; tre milioni e mezzo nel ’27. Nel secondo dopoguerra, nonostante le difficoltà, la raccolta è di 38 milioni e padre Gemelli, nel discorso inaugurale dell’anno accademico, ne parla così alla comunità universitaria: «Oggi l’introito della Giornata Universitaria è di molto aumentato. Dunque i cattolici italiani hanno fatto un enorme sforzo […] Taluno, anzi, per aiutare l’Università si è tolto il pane di bocca; e dico questo non per metafora». Non solo i cattolici italiani credono nella grandezza della missione, ma lo fa soprattutto il popolo minuto, che pur non aspirando alla formazione terziaria ne comprende la necessità e avverte l’urgenza di investire sul futuro del Paese attraverso l’istruzione e l’educazione dei giovani.
Presto i fondi derivanti dalla Giornata Universitaria cominciano a pesare sul bilancio della Cattolica e, grazie alla sempre crescente generosità delle raccolte, parte delle entrate viene riservata proprio ai bisogni degli studenti attraverso «aiuti di vario genere»: dall’esonero delle tasse ai posti gratuiti nei collegi fino alla predisposizione di borse di studio di varia entità e agli aiuti per le famiglie colpite più duramente dalla guerra. Così, ben prima che la Costituzione Italiana parlasse di Diritto allo studio, nel nostro Ateneo il sostegno agli studenti bisognosi era già un valore concreto, riassunto da Padre Gemelli nel concetto di solidarietà sociale: purché ci sia la volontà, l’impegno, la responsabilità, il merito e la promessa «di dare al paese un’attiva fecondità di bene», l’insufficienza di mezzi non deve essere un ostacolo e l’Ateneo dei cattolici italiani provvederà al necessario per un percorso di studi fruttuoso. Una storia, quella degli albori dell’Università Cattolica, i cui bilanci sono stati spesso complicati e in più occasioni – come sottolinea padre Gemelli – sostenuti dalla Provvidenza, ma che hanno sempre trovato, non senza fatica e profusione di talento ed energie, strumenti e mezzi per mettere al centro il merito, per esaltare l’eccellenza e per promuovere il progresso scientifico in ogni ambito umano.
Oggi l’eredità di quella solidarietà sociale teorizzata dal primo Rettore è affidata dall’Università Cattolica al suo Ente per il diritto allo studio che continua non solo la tradizione di servizio e accoglienza proprie dall’Istituto regionale per il diritto allo studio (I.S.U.), ma soprattutto l’ideale di «fornire a tutti coloro che varcano le soglie dell’Università per studiare, e che lo meritano, il modo di attendere allo studio e alla formazione della loro personalità o di prepararsi all’esercizio professionale».
Proprio questa eredità fa oggi del numero di studenti sostenuti economicamente nel loro percorso di studi un vanto e un fregio per EDUCatt e per l’Ateneo. Proprio per questo davanti alla costante riduzione di finanziamenti pubblici l’Università Cattolica ha scelto di investire, dal 2011 ad oggi, oltre 12 mln di risorse economico-finanziarie per agevolare gli studenti in difficoltà.
Non solo, tra le tante iniziative messe in campo nel 2020 e in questi primi mesi del 2021 a sostegno del diritto allo studio, una più di altre colpisce per il suo carattere comunitario e collaborativo, ovvero la costituzione del Fondo salvastudi intitolato ad Agostino Gemelli dal valore iniziale di 1.000.000 che ha coinvolto l’intera comunità universitaria permettendo a docenti e personale tecnico amministrativo di contribuire liberamente per sostenere le famiglie più duramente colpite dall’emergenza sanitaria, ormai sociale.
L’unicità di queste operazioni ha radici lontane e sedimentate in quella idea lungimirante di un’Università sì “libera”, ovvero non statale, ma nemmeno privata nel senso di elitaria, quanto piuttosto aperta a chiunque creda nel valore di un progetto educativo solido, sincero e rivolto al bene comune.
«In nessun paese si ritiene che l’insegnamento universitario debba essere gratuito. A chi afferma che in questo modo verrebbero esclusi dalla scuola universitaria i poveri, è facile rispondere che per i giovani poveri ma meritevoli debbono essere forniti i mezzi necessari non solo per pagare le tasse, ma per tutto ciò che è necessario per compiere gratuitamente gli studi. Il nostro Ateneo non ha atteso alcuna sollecitazione per aiutare i giovani poveri e meritevoli; dalle sue aule sono usciti numerosi giovani che hanno potuto studiare totalmente aiutati dall’Ateneo con provvidenze di vario genere. E questo programma continua ancora oggi»
(Padre Agostino Gemelli)
[1] In primo piano: Padre Agostino Gemelli e Armida Barelli (fonte: Archivio Storico dell’Università Cattolica).
[2] Per le parole di Padre Gemelli citate e i dati sulla Giornata Universitaria si v. Alberto Cova (a cura di), Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Le fonti. Vol. I: I discorsi di inizio anno da Agostino Gemelli a Adriano Bausola 1921/22-1997/98, Vita e Pensiero, Milano 2007.