Com’è cambiata la vita in collegio nell’ultimo anno?
Le restrizioni attuate per limitare la diffusione del virus e il distanziamento sociale sono entrati inevitabilmente in conflitto con la filosofia di vita comunitaria di molte residenze universitarie. Uno sguardo su come è cambiata la vita nei collegi nel corso dell’ultimo anno.
Lo scoppio della pandemia ha messo inevitabilmente in difficoltà le realtà di vita comunitaria e di accoglienza come i collegi e le residenze universitarie. Il clima di paura e di incertezza dei primi mesi del 2020 ha inizialmente spopolato tutti quegli spazi di incontro e di condivisione che da anni accompagnano gli studi degli studenti fuorisede, alcuni dei quali hanno deciso di far rientro presso le proprie famiglie durante la pandemia.
Con il riprendere delle lezioni in presenza, è riemersa anche la necessità di ritornare alle strutture vicine agli atenei, le quali nel frattempo hanno dovuto reinventarsi per far fronte all’emergenza sanitaria. Com’è quindi cambiata la vita in collegio nell’ultimo anno?
L’emergenza sanitaria
Il lockdown di marzo 2020 ha creato una situazione paradossale per tutte quelle soluzioni abitative per studenti universitari che, pur essendo luoghi di vita comunitaria e di condivisione, hanno dovuto attuare tutte le restrizioni necessarie a limitare la diffusione del virus. Molti studenti hanno quindi deciso di non far ritorno in collegio per l’anno accademico 2020-2021 e, confrontando i dati del 2019 con quelli del 2020, si rileva che in Italia si è registrato un calo del 3% dell’utenza dei collegi e delle residenze universitarie. Le difficoltà più grandi sono toccate ai collegi privati che, non avendo sostegni statali, hanno dovuto contare sulle proprie forze economiche determinate dalle rette sostenute dagli utenti. Come ci ha raccontato il segretario generale dei Collegi Universitari di ACRU, suor Maristella Zanara, le realtà più piccole sono state quelle più colpite e alcune di queste hanno dovuto purtroppo chiudere.
Prendere coscienza del valore dell’amicizia e della comunità
Relativamente alla realtà di ACRU, che raccoglie più di cento collegi che si riconoscono nella Charta dei collegi universitari di ispirazione cristiana, le chiusure sono state una piccola percentuale e in molti casi il clima di emergenza ha creato numerose iniziative caritative e di sostegno alla persona dentro e fuori le comunità collegiali. La difficoltà data dal virus ha quindi portato a riscoprire il valore dei rapporti interpersonali e, se sono dovute diminuire le iniziative assembleari, è stata riposta maggiore attenzione nel rapporto con gli studenti, con le loro famiglie e con il territorio circostante. La proposta educativa dei collegi ACRU (tra i quali vi sono anche i collegi EDUCatt) è riuscita a proporre comunque il proprio progetto formativo, attraverso iniziative volte a prendere parte alla vita degli altri, all’aprirsi ai problemi della comunità e attraverso l’esperienza di relazione (anche a distanza) e l’utilizzo e la condivisione degli spazi, che diventano azioni ancora più responsabili in tempo di pandemia.
I collegi EDUCatt
Tutti gli sforzi di EDUCatt durante l’emergenza sanitaria sono stati volti a mantenere il più possibile un clima di normalità, continuando a erogare ai propri utenti i servizi necessari allo studio. Da una parte si è posta attenzione a rafforzare i servizi già esistenti, come la qualità della connessione a Internet o l’accesso ai materiali didattici, mentre in altri casi sono state ripensate le modalità con cui organizzare incontri e iniziative che rappresentano un aspetto fondamentale del progetto formativo proposto all’interno dell’esperienza in collegio. Inoltre, a fronte dell’incremento dell’uso di strumenti tecnologici nella didattica a distanza, EDUCatt ha anche attivato il servizio di e-sharing, la condivisione e il prestito di dispositivi tecnologici per la community collegiale mentre, per mantenere il più possibile monitorata la situazione sanitaria all’interno delle strutture, la Fondazione ha promosso l’attività di screening attraverso un tampone gratuito per tutti i collegiali. In ogni caso ora l’obiettivo è quello di tornare a una normalità che in alcuni casi sarà una nuova normalità, che si riapproprierà di vecchie abitudini ma che farà allo stesso tempo tesoro delle esperienze vissute nell’ultimo anno. «La gestione di alcuni servizi sotto alcuni aspetti è cambiata – ci ha spiegato Matteo Viadana Piovesan – ma le opportunità si sono moltiplicate. Abbiamo imparato a fare le cose in maniera diversa; non si tornerà a ciò che si era prima, non si rimarrà a ciò che siamo oggi, ma si raccoglieranno i frutti di un periodo faticoso».