La crisi delle materie prime e il mercato del ricondizionato
La crisi dell’industria dei dispositivi elettronici dimostra che la capacità produttiva di un settore non è infinita. Il mercato del “ricondizionato” è una soluzione che rimette in circolazione pezzi che andrebbero altrimenti gettati via: EDUCatt ne fa uso per arricchire l’offerta del servizio di eSharing, il prestito di strumenti tecnologici di base necessari per lo studio.
«I laboratori usati per produrre i semiconduttori devono essere mille volte più puliti di una sala operatoria, perché un singolo transistor è ora molto più piccolo di un virus e ogni secondo nascono 200 volte più computer che esseri umani». Lo scrive Giovanni De Mauro sull’editoriale dell’«Internazionale» dello scorso 6 gennaio, riportando alcuni fatti che il giornalista britannico Tom Whitwell ha affermato di aver imparato nel corso del 2021. A questi aggiungiamo altre due considerazioni: un qualsiasi smartphone è oggi più potente del computer che ha permesso il primo sbarco sulla luna e ha più capacità di memoria di un qualunque data center del 2010.
I progressi fatti nella tecnologia dell’informazione sono senza dubbio di enorme portata e vanno incontro alle esigenze di un mondo che fa ogni giorno sempre più uso di dispositivi connessi in Rete. Il boom della domanda non riesce tuttavia a fare i conti con la disponibilità delle materie prime, la cui carenza sta mettendo un freno alla produzione dei dispositivi digitali.
La crisi dell’industria dei semiconduttori
Secondo il Report pubblicato nell’aprile 2021 dagli analisti di Boston Consulting Group (BCG), l’industria dei semiconduttori dovrebbe quasi raddoppiare la sua capacità produttiva entro il 2030 per poter far fronte a una domanda di chip che crescerà annualmente in media del 4-5%. Il CEO di STMicroelectronics, Jean-Marc Chery, ha dichiarato in un’intervista che l’equilibrio tra domanda e offerta di microchip non tornerà a una situazione di normalità prima del 2023, dal momento che non è ora possibile aumentare la produzione investendo e riorganizzando nuovi impianti in poco tempo. La filiera produttiva dei microchip è infatti molto complessa e dislocata in diverse parti del mondo: la progettazione dei componenti è principalmente concentrata in Europa e negli Stati Uniti, mentre le materie prime e la manodopera sono localizzate perlopiù nei Paesi dell’Est asiatico.
All’interno di filiere così distribuite giocano un ruolo importante anche le dinamiche geopolitiche, che complicano e rendono ancora più delicati i rapporti tra i diversi agenti del settore (basti pensare all’equilibrio precario tra Cina e Stati Uniti). Tuttavia una produzione locale autosufficiente non sembra essere una soluzione adeguata, dal momento che, sempre secondo gli analisti BCG, l’operazione implicherebbe un aumento del 35-65% del prezzo dei semiconduttori contenuti nei chip.
I nostri rifiuti elettronici sono vere e proprie miniere
Le 5.000 medaglie distribuite durante le ultime Olimpiadi di Tokyo sono state realizzate con materiali estratti da rifiuti elettronici (smartphone, talbet, pc…). I nostri dispositivi contengono infatti – oltre a plastiche, alluminio e ferro – anche metalli nobili come oro, argento e rame.
Fonte: https://www.eni.com/it-IT/economia-circolare/rifiuti-elettronici.html
Lo smaltimento di rifiuti elettronici può essere pertanto un vero e proprio business, che mette però a rischio la salute di donne e bambini coinvolti in queste operazioni per le dimensioni delle loro mani, più funzionali all’estrazione dei materiali.
Il mercato del ricondizionato: una soluzione
«Ricondizionare», mettere cioè nuovamente in condizione di poter funzionare, un dispositivo è una soluzione sostenibile che permette di rimettere in circolazione pezzi che andrebbero altrimenti gettati via. Il mercato italiano del ricondizionato è arrivato a valere, nell’estate 2021, fino al 12-15% del volume complessivo che in Italia è di circa 15 milioni di pezzi. Sono dispositivi di seconda mano che però hanno subito importanti interventi di manutenzione prima di essere rimessi sul mercato come nuovi. Alcuni marchi, come Dell e Apple, hanno deciso di investire in questa direzione per completare l’offerta dei loro cataloghi.
Dispostivi ricondizionati per il servizio e-sharing di EDUCatt
Per agevolare l’accesso agli strumenti tecnologici di base necessari per lo studio, EDUCatt mette a disposizione degli studenti, dei docenti e del personale tecnico-amministrativo dell’Università Cattolica il servizio di eSharing di postazioni portatili e attrezzatura informatica. Per rendere il servizio sostenibile e a prezzi vantaggiosi EDUCatt usa dispositivi ricondizionati che è possibile prendere in prestito compilando il modulo all’indirizzo www.educatt.it/esharing oppure inviando una mail a esharing@educatt.org. L’offerta prevede personal computer portatili (completi di sistema operativo Windows e pacchetto Office), router, ipad, e postazioni desktop gratuite ed è resa possibile anche grazie alla partnership con realtà virtuose come Sprint Computer. Il servizio di EDUCatt, impostato sui bisogni della comunità universitaria, intende fornire l’accesso agli strumenti tecnologici utili agli studi e alle ricerche dei suoi utenti.
L’immagine in copertina è di Vishnu Mohanan.