A Milano libri per la pace, tra “Salottino” e Reading
Un’edizione del Salottino del libro usato animata da una grande partecipazione della comunità universitaria e resa unica da un momento di parole di pace, fatto di poesie, di libri, di pensieri, ma soprattutto di uomini che non possono tacere davanti allo scandalo della guerra.
«Sia pace per le aurore che verranno» recita Oksana, studentessa ucraina, con lo sguardo dritto e il pensiero a suo padre, medico ucraino alle prese con le atrocità della guerra. Proprio lei, parte di un popolo ferito, ha rivolto l’Ode alla pace di Pablo Neruda alla platea di uditori che lo scorso mercoledì 6 aprile hanno è partecipato al reading per la pace organizzato da Vita e Pensiero, in collaborazione con EDUCatt e con il gruppo di lettura “I giusti continuano a leggere”. L’incontro, momento di condivisione di parole e di pace, ha visto la partecipazione – oltre che di Oksana e di Anastasiia, giunte per l’occasione rispettivamente da Roma e da Piacenza – di Giuseppe Lupo, Giorgio Del Zanna, Roberto Cicala, Oliviero Ponte di Pino e Valeria Cantoni Mamiani, che hanno commentato alcuni dei brani letti dai Giusti per diffondere un messaggio di pace che partendo dai libri arrivasse alle persone, presenti e lontane.
Dai libri e con i libri, perché ha incorniciato l’evento nel cortile di via Necchi 9 il Salottino del libro usato, l’iniziativa della Fondazione per il diritto allo studio che da alcuni anni trasforma lo spazio antistante il Container.9 in una libreria en plein air dove circa 600 volumi, in questa edizione, hanno trovato un nuovo posto tra gli scaffali di studenti e studiosi. Tra questi, i più coraggiosi hanno scelto di portarsi a casa un mistery book, cioè un libro incartato da acquistare al buio, affidandosi a un solo suggerimento; per essere certi di non sbagliare si poteva aggiungere in abbinamento una confezione di taralli Casa Fogliani, sicuramente «buoni a far del bene». Un’edizione del Salottino dunque animata da una ricca partecipazione della comunità universitaria e resa unica da un momento di parole di pace, fatto di poesie, di libri, di pensieri, ma soprattutto di uomini che non vogliono abituarsi alla guerra e non possono tacere davanti ai suoi orrori.