Conoscere e comprendere per sapere accogliere
Conosciamo abbastanza le storie e i percorsi, quasi sempre tortuosi, dei rifugiati? Comprendere il fenomeno dell’immigrazione permette di attivare percorsi di accoglienza capaci di tenere in considerazione le difficoltà di chi viene accolto e di chi accoglie.
Da sempre l’uomo si è spostato sulla Terra in cerca di situazioni in grado di migliorare la sua condizione.
È possibile scorgerne le tracce nelle storie risalenti agli albori della cultura occidentale, come i poemi omerici, che narrano lunghe traversate nel Mediterraneo che spesso terminano in Paesi pronti ad accogliere lo straniero. Su queste premesse storico-culturali è stata scritta nel 1951 la Convenzione di Ginevra, tutt’oggi in vigore, con cui si regola il diritto d’asilo e il riconoscimento dello status di rifugiato. La Convenzione di Ginevra è un documento legale basato sul principio del non-refoulement, secondo cui nessun rifugiato può essere respinto verso un Paese che viola i diritti fondamentali dell’uomo. Privare i richiedenti asilo di questo diritto significherebbe commettere a tutti gli effetti un illecito.
Negli ultimi anni il tema dell’immigrazione sta diventano sempre più importante dato che un numero sempre più alto di persone ha deciso di lasciare la propria casa in cerca di una vita migliore a seguito di violenze dovute alle guerre, alle persecuzioni e a disastri naturali provocati dal cambiamento climatico. Secondo l’ultimo rapporto ONU (International Organization for Migration, 2022), i migranti presenti nel mondo nel 2020 erano 281 milioni, pari al 3,6% della popolazione mondiale. La portata del fenomeno, per giunta in costante crescita, sta provocando diverse situazioni di difficile gestione che rischiano il più delle volte di tradursi in gravi situazioni di emergenza, per chi accoglie e per chi viene accolto. Per questo sono importanti i progetti provenienti da molteplici realtà che, affiancandosi alle azioni portate avanti dal Ministero dell’interno, aiutano ad accogliere e a restituire ai rifugiati la dignità e la possibilità di ricostruirsi una vita.
Percorsi di accoglienza e la Realmonte Onlus
L’accoglienza dei rifugiati è un processo molto complesso e composto da più fasi. Chi cerca rifugio entro i confini di un Paese ha bisogno di essere accolto, protetto e integrato. Il tutto richiede percorsi strutturati e capaci di garantire non solo beni primari, ma anche accompagnamento nel processo di integrazione, valorizzazione delle competenze pregresse, sostegno psicologico e apprendimento della lingua per poter comunicare. Pertanto è fondamentale la capacità di tutti gli attori in campo di mettere in sinergia energie e competenze necessarie a far fronte a una realtà così complessa.
La Realmonte Onlus, nata in memoria del giurista e docente dell’Università Cattolica Francesco Realmonte – tra molto altro alumnus collegiale e già Presidente dell’ente regionale per il diritto allo studio dell’Università Cattolica – promuove progetti di formazione e integrazione per rifugiati politici e richiedenti asilo. È membro di BICE – Bureau International Catholique de l’Enfance e di FOCSIV, una rete associativa internazionale che conta oltre 80 enti del Terzo Settore, lavora in Africa, in progetti di cooperazione allo sviluppo, e in Siria.
A Milano, grazie al sostegno dell’Università Cattolica che ne ospita le attività fornendo anche studenti tirocinanti, offre aiuto a persone titolari di protezione internazionale. In quest’ottica l’associazione ha attivato il progetto “Linea Adele” con il quale giovani rifugiati possono mettere a frutto le proprie capacità all’interno di un laboratorio di sartoria solidale con l’acquisizione di competenze spendibili nella costruzione del proprio futuro in Italia. La Realmonte affianca inoltre la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti nel progetto culturale denominato Metamorfosi che, promosso dalla Fondazione stessa, è stato realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli e la Casa di Reclusione Milano – Opera e finalizzato alla realizzazione di strumenti musicali da parte dei detenuti con il legno proveniente dalle barche abbandonate sulle spiagge di Lampedusa.
Un’installazione e un concerto in Università Cattolica
A metà ottobre si terrà nel cortile San Benedetto dell’Università Cattolica di Milano un concerto dell’Orchestra del mare con i violini realizzati dal progetto Metamorfosi. Faranno da sfondo all’evento un’imbarcazione naufragata in acque territoriali italiane, che rimarrà esposta in Ateneo per continuare a tenere vigile la comunità universitaria sui rischi e le difficoltà di chi arriva e di chi accoglie. Saranno presenti all’evento il monsignore Robert Vitillo della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazioni, che benedirà la barca, la prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi e una delegazione del Ministero degli interni.
Un progetto editoriale EDUCatt a sostegno della Realmonte
Durante l’evento di ottobre verrà lanciato il nuovo libro edito da EDUCatt Rifugiati chi? Il rischio della speranza. 9 parole per conoscere e comprendere curato da Cristina Castelli, professoressa di Psicologia dell’Università Cattolica e vicepresidente dell’Associazione Realmonte con la Presentazione di Elena Marta, Presidente di EDUCatt. Il volume ripercorre la questione internazionale dei profughi e l’inasprirsi delle emergenze umanitarie, proponendo il termine «Rifugiato» non solo come categoria del diritto internazionale, ma anche come parola dietro cui si celano individui con storie sospese tra il poter rimanere e il dover partire.
«Senza narrazioni che diano senso e direzione di marcia al loro cammino, i rifugiati rischiano di diventare navigatori senza volto, senza tempo e senza spazio, in difficoltà nel dire chi siano alle istituzioni che li accolgono», precisa Cristina Castelli nell’Introduzione, sottolineando l’importanza di recuperare la componente umana del fenomeno per evitare il diffondersi di narrazioni fuorvianti e spesso confezionate a fini propagandistici.
Il volume è già disponibile al Container 9 di EDUCatt, aperto da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18 e situato in via Lanzone 24. Il ricavato della vendita è destinato al sostegno degli studenti rifugiati accolti in Università Cattolica.
L’immagine in copertina è La porta d’Europa di Mimmo Paladino (fotografia di Vito Manzari).