«E venne ad abitare presso di noi»
In tempo di Avvento le luci che attraversano le strade delle città ricordano che presto è Natale. Ma nel frastuono e nella frenesia di tutti i giorni, c’è spazio per accogliere quel Dio che si è fatto uomo per abitare in mezzo a noi? Cristina Castelli, professoressa di Psicologia dell’Università Cattolica e vicepresidente dell’Associazione Realmonte, riflette sul senso profondo del Natale ricordando l’importanza dell’accoglienza.
È periodo d’Avvento e mentre cammino per le ricche strade addobbate a festa del centro di Milano vedo installazioni luminose e filari di luci che ci vorrebbero ricordare la notizia e il senso che il Natale ci dona: “Dio è tra noi”, Gesù, che viene a portare la gioia del Vangelo.
Troppo frastuono, troppi pacchi inutili, troppi capponi, salmoni e oche sterminate per qualche crostino di paté. Non c’è tempo, non c’è posto nei pensieri per accogliere questo messaggio… Ma dov’è l’annuncio degli angeli? Boh?!
Cammino lungo corso Vercelli, percorro via Magenta, attraverso galleria Vittorio Emanuele. Penso che per il bambino di Betlemme l’accoglienza non fu delle migliori: c’erano Maria, Giuseppe, semplici pastori, l’asino, il bue e qualche pecora. Gli altri avevano chiuso la porta, troppo affaccendati o indifferenti perché non c’era posto nel loro alloggio. Per quel bambino poteva bastare una mangiatoia.
Mi viene in mente che la stessa accoglienza indifferente riguarda oggi tanti bambini, che a volte non hanno neppure una stalla. Nascono in periferie lontane distrutte da guerre, in baracche, in tende nei campi profughi, perfino su barconi che attraversano il Mediterraneo.
Proprio come più di duemila anni fa, per questi bambini è difficile trovare un posto nel mondo; la loro storia inizia con immeritate umiliazioni mentre hanno bisogno di sentirsi voluti e ben accolti, «e chi accoglie anche uno solo di questi bambini accoglie me» ( Mt 18,1-5).
Negli ultimi 3 anni sono sbarcati in Italia circa 64 mila minorenni non accompagnati. Più della metà di questi sono svaniti nel nulla, marginalizzati, diventando così facile preda della criminalità.
Allora penso che in Università bisogna studiare, capire, scrivere ma anche attivare iniziative concrete, come le vendite natalizie del marchio Casa Fogliani nel piccolo shop gestito da EDUCatt in via Lanzone 24 per sostenere azioni d’accoglienza, perché «quel che farete al più piccolo dei miei l’avrete fatto a me». Buon Natale!
Per un Natale solidale, Casa Fogliani propone alcune box regalo raccolte nel nuovo Catalogo “Buoni a far del bene”.
Attraverso l’acquisto dei prodotti del marchio si contribuisce a sostenere studenti in condizioni di estremo bisogno, ai quali vengono offerti assistenza economica, medica, linguistica e tutto ciò che serve per una vera inclusione.
Quest’anno l’iniziativa si svolge anche in collaborazione con l’Associazione Realmonte Onlus e con la casa editrice Vita e Pensiero, tramite la box Il gusto di leggere, che sposa Buone, facili e veloci: ricette per una cucina sostenibile di Giada Meloni e Andrea Dell’Edera e Ricettario dei luoghi immaginari di Alberto Manguel.