Una vita da studente tra lavoro e studio
I motivi che spingono gli studenti a scegliere di iniziare a lavorare durante gli studi sono diversi, tra cui anche la necessità di coprire le spese universitarie quando i finanziamenti pubblici non sono sufficienti. Lo student work di EDUCatt consente agli studenti di lavorare attraverso una formula pensata appositamente per loro.
Secondo i dati raccolti dal report Eurostudent tra il 2019 e il 2021, in Italia uno studente su quattro ha un lavoro retribuito che svolge in contemporanea al proprio percorso di studi. La categoria dello “studente-lavoratore” è una tipologia di studente che integra la propria attività principale, che è lo studio, con impegni lavorativi a tempo parziale. In Europa la quota di studenti-lavoratori è del 60%, più del doppio della media italiana che insieme a quella turca e portoghese registra i numeri più bassi, con i picchi del più del 65% nei Paesi Bassi, in Estonia e in Austria.
Perché gli studenti lavorano?
La scelta degli studenti italiani di lavorare è guidata principalmente dal desiderio di disporre di soldi propri e quindi di acquisire maggiore autonomia, motivazioni subito seguite dalla necessità di far fronte alle spese primarie, di fare esperienza del mercato del lavoro e di coprire le spese universitarie. Le motivazioni di ordine economico risultano tuttavia più diffuse tra chi ha una situazione socio-economica poco vantaggiosa, tra gli studenti che vivono “fuori casa” e tra quelli che non rientrano tra colore che ricevono aiuti economici.
Questo quadro è evidentemente legato al welfare studentesco e di previdenza e assistenza sociale, che in Italia è più strutturato che altrove, specialmente se messo a confronto con i paesi anglosassoni. Tuttavia negli ultimi anni in Italia i fondi pubblici destinati al Diritto allo Studio Universitario non sono stati sufficienti a coprire tutte le borse di studio che spetterebbero agli studenti in possesso dei requisiti necessari. Pertanto alcuni Atenei, tra cui anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore, hanno scelto di stanziare i propri fondi per poter coprire, chi parzialmente e chi totalmente, il buco lasciato dai sussidi pubblici.
Dal momento che negli ultimi anni si conferma nei bandi la paradossale categoria di studenti idonei non beneficiari, è bene prevedere metodi alternativi per sostenere gli studenti nel loro percorso, come per esempio le formule contrattuali specificamente pensate per studenti-lavoratori.
I diritti degli studenti-lavoratori
Esiste tuttavia il rischio che la categoria dello studente-lavoratore venga sfruttata per aggirare la rigidità dei contratti nazionali per avere a disposizione collaboratori disposti ad accettare condizioni di lavoro frammentate e poco retribuite. I dati raccolti da uno studio della Ca’ Foscari mettono infatti in luce il legame tra flessibilità organizzativa, frammentazione contrattuale e precarietà. Per questo è fondamentale che i contratti per gli studenti-lavoratori prevedano alcune clausole che ne tutelino i diritti, riconosciuti dall’articolo 10 dello Statuto dei lavoratori, che sono:
- il diritto a turni di lavoro che agevolino la frequenza ai corsi e la preparazione agli esami
- il diritto a non essere obbligati a prestazione di lavoro straordinario o durante i riposi settimanali
- il diritto a fruire di permessi giornalieri retribuiti in occasione di prove d’esame da sostenere
Lo student work di EDUCatt e le voci delle studentesse-lavoratrici
Proprio per interpretare correttamente i nuovi bisogni e introdurre un nuovo concetto di sostegno allo studio EDUCatt offre agli studenti la possibilità di lavorare con l’Ente attraverso una formula pensata esclusivamente per loro. Si tratta di un vero e proprio contratto di lavoro a tempo determinato ideato per offrire un’occasione di sostegno allo studio per quanti non potranno beneficiare di altri tipi di aiuti economici. Requisito preferenziale per la selezione è infatti quello di risultare idonei non beneficiari di borse di studio e di non avere altri contratti o essere destinatari di altre forme di sovvenzioni. Il tipo di collaborazione è pensato con tempi e modi tali da non compromettere il tempo da dedicare allo studio e alla frequentazione dei corsi accademici.
Amal, Daniela e Gaia sono tre studentesse lavoratrici che si occupano del primo contatto con gli utenti della sede bresciana di EDUCatt. Amal, studentessa magistrale al secondo anno di Gestione delle risorse umane, collabora con EDUCatt da tre mesi. Dopo la laurea vorrebbe lavorare nelle Risorse umane, anche se il suo sogno nel cassetto è quello di aprire un agriturismo con cucina italo-marocchina. Amal ha infatti già lavorato in ristoranti con contratti stagionali, perché ha sempre voluto associare al proprio percorso di studi un’esperienza lavorativa che le consentisse maggiore autonomia economica. Grazie allo student work è in grado di conciliare con più facilità il lavoro con gli impegni accademici.
Gaia, studentessa triennale in Scienze linguistiche a Brescia, ha appena firmato il suo contratto con EDUCatt. Ha scoperto la possibilità di lavorare attraverso la formula student work dopo aver partecipato al bando per ottenere la borsa di studio che non è riuscita a ottenere. Un futuro vorrebbe lavorare nel settore del turismo in qualità di guida o nell’organizzazione di viaggi.
Daniela sta invece terminando il suo percorso di studi in Lingue e comunicazione dei media e quindi la sua esperienza di studentessa lavoratrice in EDUCatt. Anche lei ha sempre deciso di lavorare fin dai primi anni dell’università, trovando poi nella formula offerta da EDUCatt un buon compromesso per combinare impegni lavorativi e accademici. «Lavorare in EDUCatt – ha raccontato Daniela – è un’esperienza che stimola lo sviluppo di vari aspetti. Primo fra tutti l’organizzazione del proprio tempo: se sai che devi dedicare delle ore al giorno a qualcosa di importante, scandisci la tua giornata tra studio, lezioni e hobby, in base all’importanza che hanno. Non meno rilevanti sono la possibilità di raggiungere l’autonomia economica e la capacità che si acquisisce nella gestione dei propri risparmi, insieme allo sviluppo di competenze comunicative e di risoluzione di problemi, di lavoro in team e di supporto fra colleghi. In definitiva credo sia un’opportunità che, se colta, possa favorire nello studente una crescita non solo a livello lavorativo, ma anche (e soprattutto) personale».
L’immagine in copertina è Freddie Marriage.