Riflessioni

Carta canta

È quasi un corso di educazione civica quello che il presidente Mattarella sta proponendo in occasione dei 75 anni della Costituzione. Non disdegnando neanche il palco dell’Ariston.

Un testo con tante strofe e un potente ritornello corale: «La Repubblica siamo tutti noi. Insieme». Le strofe sono quelle che il presidente Mattarella ha disseminato nel discorso di fine anno e in tutte le successive uscite in cui ha richiamato, di volta in volta, singoli articoli della Costituzione. Un canto fermo, che ha fatto da base alla prima partecipazione di un capo dello Stato al Festival di Sanremo, dove ha potuto dimostrare che davvero “Carta canta”. Qualcuno ha avuto da eccepire sul mischiare le canzonette con i principi fondanti della nostra Repubblica. Ma dalle parti del Colle c’era soddisfazione per la serata sanremese e nessun turbamento perché resta la convinzione che parlare di valori costituzionali debba diventare un momento unificante. Per questo, a partire forse da uno dei suoi discorsi più belli di fine anno, Mattarella per celebrare il 75esimo compleanno della Costituzione è sembrato imbastire un vero e proprio corso itinerante di educazione civica per tutti gli italiani.

Una lezione di pedagogia civile, che andrebbe ripresa in tutte le scuole, in cui il presidente ha passato in rassegna i primi quattro articoli fondamentali della Carta: «La Repubblica è nella fatica di chi lavora e nell’ansia di chi cerca il lavoro. Nell’impegno di chi studia. Nello spirito di solidarietà di chi si cura del prossimo. Nell’iniziativa di chi fa impresa e crea occupazione. Rimuovere gli ostacoli è un impegno da condividere, che richiede unità di intenti, coesione, forza morale».

In tutti quei “noi” che formano la Repubblica, il capo dello Stato ha posto con un’enfasi particolare, che non è sfuggita a nessuno, «il senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune». Una parola che sembra stridere con un Paese percepito come il regno dell’evasione e del “vuole la fattura o paga in nero?”, ma che rivela quel necessario dovere di solidarietà e di responsabilità perché a tutti, in modo universale, possano essere garantiti diritti essenziali come l’istruzione e la salute.

A Sanremo ha ascoltato, a tratti commosso, Roberto Benigni «“cantare” la Costituzione, paragonandola a un’opera d’arte e a un sogno unico nella storia, “fabbricato da uomini svegli”, molto simile a quello di Modugno nell’incipit di Volare» come hanno scritto Aldo Grasso e Paolo Carelli su VPplus. Sull’articolo 11, che l’attore ha commentato solo nella prima parte, Mattarella aveva già chiosato la seconda, da par suo, il 31 dicembre, facendo notare che «la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi. Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili».

Ma l’Ariston è stata solo una tappa di un percorso più lungo. A Brescia, capitale della cultura con Bergamo, aveva citato l’articolo 9 e l’articolo 33. Nel Giorno della Memoria aveva ricordato l’articolo 3. E poi, in occasione dei 60 anni dell’Ordine dei giornalisti, aveva “celebrato” l’articolo 21. Insomma, il cammino per raccontare agli italiani la Costituzione non si è fermato a Sanremo. Ed è in quell’avverbio “insieme”, su cui ha posto l’accento il Capo dello Stato, che sorge la speranza per un Paese sempre diviso come il nostro e chiamato, ora più che mai, a difendere la democrazia, un bene prezioso ma non garantito per sempre, sia per le sfide esterne, sia per la fatica e il costo della libertà.

“Insieme” richiama il “siamo tutti sulla stessa barca, non ci si salva da soli” che papa Francesco aveva pronunciato in una piazza San Pietro deserta nel pieno della pandemia. Ma è anche una delle parole più belle che don Lorenzo Milani aveva associato al ruolo della politica: “Sortirne tutti insieme è politica, sortirne da soli è avarizia”. Ecco, forse proprio da questa lezione di educazione civica, che il presidente ha avviato partendo da un’opera che da 75 anni racconta i nostri diritti e li difende, si può scommettere di potercela fare. Insieme.

(Immagine da: https://www.open.online/2023/02/07/sanremo-2023-inno-mameli-mattarella-morandi/)

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