A Milano in Ristorante.9 i ragazzi incontrano il futuro
Entusiasmo e voglia di mettersi in gioco sono le parole d’ordine che hanno animato la sala e la cucina di Ristorante.9: al termine dell’anno scolastico la Fondazione saluta e ringrazia i sei giovani che hanno svolto il loro stage formativo sotto la guida dello chef Andrea Dell’Edera.
Ludovica ha 16 anni, capelli ribelli e un viso pieno di lentiggini che porta sempre insieme ad un sorriso. Di sé racconta poco, ma quel poco basta per capire che di fantasiosa non ha solo l’acconciatura, ma anche una certa interpretazione del mondo. Dentro tutte le insicurezze di un’età complicata, Ludovica ha però trovato un punto saldo che per molti è solo un miraggio alla fine di lunghi tratti di cammino: vuole lavorare nella ristorazione e vuole eccellere nel suo lavoro. Per questa ragione, dopo un anno di liceo, si è iscritta a una scuola professionale in provincia di Milano e da due anni studia per diventare addetta di sala e di bar.
La sua storia è solo una delle tante che in questi mesi hanno intersecato la vita della nostra Fondazione, donando al servizio di Ristorante.9 una ventata di freschezza e di entusiasmo. A partire da gennaio, infatti, grazie al progetto Incontra il tuo futuro, sei studenti di diversi istituti professionali milanesi hanno potuto svolgere il loro stage formativo, previsto dalla Regione Lombardia, nel ristorante di Via Necchi 9 riservato alla comunità universitaria, ai docenti e al personale dell’Università Cattolica.
Si chiamano Malcolm, Yfei, Serena, Davide, Ludovica e Simona e hanno tutti tra i 15 e i 18 anni: si sono divisi, in base ai rispettivi corsi di studi, tra sala e cucina, sempre sotto l’attenta guida dello chef Andrea Dell’Edera. I giovani, tutti concordi nel definire lo chef Dell’Edera un team leader accogliente e motivante, sono stati accompagnati con cura nella gestione del lavoro e nel rapporto con gli ospiti del ristorante, non senza spazi di autonomia costruiti e guadagnati nel corso dello stage.
In particolare i due aiuto-cuoco, Malcolm e Davide, raccontano la cucina come un luogo dinamico, ricco di idee, grazie ai menù rinnovati quotidianamente dallo chef de cuisine, ma anche molto rigoroso e bisognoso di attenzione in ogni passaggio, affinché la qualità dei piatti sia sempre garantita; le ragazze impegnate in sala, invece, raccontano la grande sfida del confronto con un pubblico che mai si sarebbero immaginate di dover servire: l’attenzione nella scelta delle parole, nella gestione del dialogo e la cura del portamento è stata per le giovanissime addette di sala la sfida più grande, ma anche una vera occasione di crescita che porteranno per sempre nel loro bagaglio di competenze, ovvero quelle tanto citate soft skills che non si imparano a scuola.
Sei volti, sei voci, sei storie che anticipano l’avvento di altri studenti che, a partire da ottobre e per tutto l’anno scolastico, alterneranno periodi di scuola e momenti di stage: il loro passaggio da EDUCatt è una ventata di energia nuova, sicuramente contagiosa per chi all’interno della Fondazione è chiamato a riscoprire l’importanza del farsi guida per qualcuno, ma la speranza è che lo sia anche per tutti gli ospiti che nei gesti quotidiani sanno riscoprire, non senza un po’ di sana malinconia, la bellezza e la fatica del crescere, professionalmente e umanamente, provando a migliorarsi e a capire, ogni giorno, qualcosa in più.