Il bello di fare del bene, le iniziative per il sociale
La Fondazione fa esperienza, in forme diverse, di numerose iniziative per il sociale e la carità: dall’inclusione dei bisognosi, al sostegno a eventi di solidarietà. Partecipare attivamente a progetti benefici, con l’obiettivo di offrire un contributo a chi si trova in un momento difficile della propria vita, è parte integrante della sua mission.
Mettere in panchina le differenze: il torneo di calcio a 5 a Brescia per l’inclusione dei rifugiati
Nell’ambito del progetto di Service Learning “Al di là della rete“, approvato dalla commissione Service Learning e realizzato presso la sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, un gruppo di studentesse del corso di pedagogia dei processi sociali iscritte alla Facoltà di Psicologia ha realizzato alcune attività presso l’Hub per richiedenti asilo gestito dalla cooperativa Kemay in collaborazione con la Caritas Diocesana di Brescia nel quartiere di Mompiano.
Il progetto, che coinvolge anche EDUCatt, è di realizzare una serie di attività sportive con gli ospiti dell’hub e gli studenti iscritti alle squadre di calcio dell’Università: la finalità è quella di promuovere collaborazione e integrazione tra i ragazzi e di far vivere il territorio in una dimensione di gioco e responsabilità.
Favorire l’inclusione attraverso lo sport come occasione di scambio e condivisione dei valori, così come incoraggiato dalla Fondazione con il suo servizio Sport InCampus, è mettere in pratica le intenzioni per farle diventare concrete. Sperimentare quindi, nell’incontro con l’altro e nell’organizzazione di attività di accoglienza e integrazione, l’urgenza della riflessione sul significato dell’esperienza interculturale e le dimensioni dell’integrazione sociale.
La coperta (non) è corta: il knitting benefico al Bistrò.84 di Piacenza
Secondo un progetto di ricerca in corso all’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano il knitting, ovvero il lavoro a maglia, può favorire il relax e promuovere un miglioramento dello stato di salute.
Oltre ad essere un’attività cara alle nostre nonne e un passatempo che distrae dalle preoccupazioni e migliora l’autostima nel raggiungimento dell’obiettivo, il knitting può avere risvolti solidali.
È il caso dell’attività del Knitting Bar, progetto promosso da due giovani ricercatrici in entomologia presso l’Università Cattolica di Piacenza, Giulia Papa e Erica Saldi, che da qualche mese si svolge presso il Bistrò.84 di Piacenza che vede coinvolti tanti attori, tra studenti e docenti, dipendenti o semplici appassionati: grazie alla donazione dei filati e alla volontà dei magliai – o “sferruzzatori” – che si ritrovano nella sala del Bistrò.84 nelle ore pomeridiane, negli spazi messi a disposizione dell’Ente si realizzano coperte e indumenti in grado di riscaldare il cuore e non solo dei più bisognosi, che soprattutto nei mesi invernali non hanno di che coprirsi.
Per poter partecipare e ricevere informazioni si può scrivere un’ e-mail a knittingbar23@gmail.com.
Mantenere vivo il ricordo di Modesta Valenti: la cena per la Comunità di Sant’Egidio a Roma
Da anni EDUCatt supporta, presso Mensa&Caffé.23, la cena in ricordo di Modesta Valenti, un’anziana senza fissa dimora che nel 1983 morì, dopo ore di agonia alla Stazione Termini, nell’indifferenza di chi, dovendo prestarle soccorso, non volle aiutarla a causa delle condizioni igieniche in cui si trovava.
La sua morte, così come quella di tanti altri “dimenticati” ha segnato profondamente l’amicizia della Comunità di Sant’Egidio con chi è senza dimora. Per questo, nell’anniversario della sua scomparsa, ogni anno, si fa memoria nella liturgia eucaristica di tutti gli “amici per la strada” a cui la Comunità si è fatta prossima.
Quest’anno la commemorazione si svolgerà il 17 marzo, a partire dalle ore 19.00, con la Messa presso la Chiesa Centrale del Campus di Roma e a seguire, intorno alle 20.15, insieme a molte persone senza fissa dimora, ad alcuni anziani e disabili del quartiere e ai bambini, verrà servita a tavola la cena.
Numerosi gli studenti volontari che partecipano ogni anno alla manifestazione: un momento di festa per celebrare la vita di chi ancora è con noi, rafforzando l’alleanza tra i giovani e i poveri, segno di forza e di ricchezza per tutta la comunità.
InGalera, la ricetta per il riscatto è servita: la Residenza Buonarroti di Milano al Carcere di Bollate
Un’esperienza unica nel suo genere: un ristorante all’interno di una Casa di Reclusione, aperto al pubblico e in cui impiegare i detenuti del carcere.
Dal 2013 il ristorante InGalera accoglie gli esterni, che abitualmente non potrebbero conoscere così da vicino la realtà di detenzione di Bollate (MI), dal martedì al sabato, per il pranzo e la cena, che vogliono provare l’esperienza di entrare a contatto con persone che hanno trovato la chiave, anche se metaforica, per aprire le sbarre della reclusione emotiva che la detenzione porta con sé, lavorando e mettendosi al servizio di un progetto di recupero.
Gli studenti e le studentesse della Residenza Buonarroti di Milano, sabato 23 marzo, potranno vedere con i loro occhi e fare esperienza di una realtà a loro sconosciuta, scoprendo che non solo il recupero è possibile ma che è compito di una società civile crederci, dando gli strumenti a chi è in difficoltà per riemergere dal buio della propria condizione.
Il ristorante si trova all’esterno del carcere di Bollate e non nella sua parte detentiva per motivi di sicurezza. Questo permette a chiunque di poterci mangiare senza dover lasciare nessun documento d’identità ed è gestito dalla cooperativa ABC in cui lavorano i detenuti del carcere: il fine è quello di eliminare lo stigma su certi temi, primo tra tutti la possibilità di vedere queste persone sotto una luce diversa.