“Io non sto a guardare”: corsi di primo soccorso nei collegi milanesi
Nozioni di primo soccorso per sapere come attivare correttamente la “catena della sopravvivenza”: i collegiali si mettono in prima linea per fare la differenza nelle occasioni in cui il primo soccorso può contribuire a salvare delle vite.
Io non sto a guardare. Fare la differenza nel primo soccorso: questo è il nome dei corsi di primo soccorso che sono stati avviati, a partire dal mese di febbraio, per gli studenti dei collegi e delle residenze EDUCatt e per il personale della direzione dei collegi sulla sede di Milano. In occasione dell’aggiornamento delle procedure di primo soccorso dei servizi EDUCatt su tutte le sedi, si è pensato di estendere anche alla comunità collegiale la possibilità di apprendere competenze preziose e gesti salvavita spendibili a 360 gradi: «È fondamentale avere chiare le linee guida da seguire per attivare in maniera corretta ed efficace la catena del soccorso, acquisendo nozioni che saranno in grado di innescare, nei ragazzi e nelle ragazze, dei comportamenti e dei modi di agire che porteranno con loro per sempre, e non solo negli anni di permanenza nella loro “seconda casa”».
Così Miria Garello, responsabile del servizio di Assistenza sanitaria, descrive lo scopo dei corsi di primo soccorso che lei, le colleghe infermiere del Centro Sanitario Glaucia Maria Rodrigues Souza e Susanna Serban e il medico Federica Ceron erogheranno fino al mese di aprile in orari pomeridiani e serali per facilitare l’accesso ai partecipanti. A entrare più nel dettaglio sui corsi è la professoressa Vincenza Anzelmo, direttore del Centro Sanitario sulla sede di Milano e medico referente per i collegi di Milano e Roma.
Fare la differenza nel primo soccorso in collegio: l’approfondimento della professoressa Anzelmo
Il primo soccorso è l’insieme delle azioni che permettono al cittadino con formazione di base (“soccorritore laico”) di assistere una persona in difficoltà, con interventi essenziali e mirati per gestire in modo corretto i primi minuti dell’emergenza in attesa dei soccorsi qualificati. La denominazione del corso, Io non sto a guardare. Fare la differenza nel primo soccorso, esprime con chiarezza la prospettiva del progetto formativo, vale a dire l’impegno da parte di EDUCatt, con il supporto diretto del personale medico e infermieristico del Centro Sanitario, alla diffusione della cultura dell’emergenza tra i giovani della comunità universitaria e della solidarietà da estendere anche ad altri contesti sociali.
L’obiettivo dei corsi, che hanno registrato un’alta adesione, è quello di fornire gli strumenti per interpretare gli scenari e le principali situazioni dell’urgenza sanitaria, per effettuare limitati e codificati interventi e azioni, per attivare contestualmente le procedure di emergenza sanitaria interne ai collegi e alle residenze e il sistema territoriale dell’emergenza (attraverso il numero unico 112).
La metodologia didattica dei corsi (alla fine dei quali è previsto il rilascio di un attestato di partecipazione) prevede due specifici momenti, strettamente correlati: lezioni frontali per l’inquadramento e l’approfondimento teorico-formativo dei più comuni quadri clinici, con materiale didattico dedicato, e a seguire esercitazioni pratiche con stazioni di addestramento sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare a piccoli gruppi su manichini e defibrillatore automatico trainer (messi a disposizione dalla fondazione EDUCatt).
L’interazione costante degli studenti con i docenti del Centro Sanitario, insieme alla professionalità, all’impegno e alla capacità comunicativa di questi ultimi, stanno rendendo il percorso formativo vivace ed efficace. Nel modulo didattico ci si focalizza sulle procedure di primo soccorso adottate nei collegi e nelle residenze, la fondamentale interazione con i profili individuati dalla Fondazione EDUCatt per la gestione dell’emergenza, l’accesso alle cassette di primo soccorso presenti nelle strutture ospitanti, le modalità d’interazione con il sistema 112 per la richiesta efficace di intervento al bisogno sanitario in emergenza. Ovviamente le nozioni acquisite sono utili e applicabili anche nelle situazioni extrauniversitarie.
Rilevante in questo contesto è l’acquisizione delle nozioni e delle manovre di supporto delle funzioni vitali con la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e la defibrillazione precoce (attraverso l’avvicinamento dei ragazzi e delle ragazze alle macchine che si possono trovare sempre più di frequente anche in luoghi pubblici). In questo modo si avvia la cosiddetta “catena della sopravvivenza”, realizzazione ordinata di una serie di interventi che configurano gli anelli della stessa. La metafora della catena vuole indicare l’importanza della sequenza delle fasi per un intervento complessivamente efficace, del quale il primo soccorritore (quindi, in potenza, i collegiali che prendono parte ai corsi) è un anello fondamentale.
[Si ringraziano per la preziosa collaborazione alla scrittura di questo articolo la professoressa Vincenza Anzelmo e Miria Garello.]