Non sentirsi soli in università, grazie ai tutor
L’Università Cattolica del Sacro Cuore offre un servizio di tutorato di gruppo per aiutare i nuovi studenti, accogliendoli e aiutandoli a costruire il proprio percorso di studi, fornendo anche preziose competenze per il futuro lavorativo dei tutor stessi.
Superare l’esame di maturità e terminare il proprio percorso di studi liceale non segna solo la fine di un importante capitolo della propria vita di studente, ma anzi dà il via all’avventura universitaria: avventura che «spesso può essere difficile, perché diversi sono i tempi, i luoghi, le modalità, il metodo di studio cui normalmente si era abituati». A evidenziarlo è Michele Faldi, direttore dell’area Offerta formativa, Promozione e Orientamento e Tutorato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, mentre presenta l’offerta del tutorato di gruppo, strumento utile e prezioso per combattere da un lato i sempre preoccupanti abbandoni che riguardano gli atenei universitari, specie tra il primo e il secondo anno di corso, e dall’altro la sensazione di sentirsi spaesati, confusi e soli all’interno del “nuovo mondo” che si spalanca di fronte alle nuove matricole.
Nato all’altezza dell’anno accademico 1999-2000, il servizio del tutorato di gruppo è «un grande investimento della nostra università per il bene degli studenti, e ha alla base la preoccupazione fondamentale di permettere a chi inaugura il proprio percorso universitario di essere accolto, di essere introdotto, di poter socializzare». I tutor – quasi 90 figure attive su tutte le sedi dell’ateneo – sono studenti meritevoli, iscritti a lauree magistrali, neolaureati o dottorandi, che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie esperienze per accogliere e accompagnare gli studenti e le studentesse in Cattolica. Che sia facilitando l’inserimento delle matricole nel contesto accademico, fornendo informazioni utili oppure offrendo momenti di consulenza individuale o di gruppo, lo scopo del tutor è a tutti gli effetti quello di dare una mano a chi si trova in difficoltà, «aiutando lo studente ad assumersi la responsabilità della propria formazione e affiancandolo nella costruzione della sua identità personale e professionale».
Su questo punto la professoressa Barbara Bertani, responsabile della progettazione e formazione dei tutor di tutte le sedi e di tutte le facoltà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, insiste particolarmente, sia nel breve video in cui descrive l’offerta del tutorato di gruppo, sia in occasione, lo scorso 14 maggio, della presentazione degli esiti conclusivi della ricerca Accompagnare gli studenti, costruire un’identità professionale. Il tutorato di gruppo come crescita della persona. Nel descrivere i risultati dell’indagine, innovativa e particolarmente interessante dal punto di vista della raccolta di dati sia quantitativi che qualitativi, è emersa da parte di tutti i partecipanti – gli stessi Faldi e Bertani, lo psicologo del lavoro Silvio Ripamonti e lo psicologo economico Edoardo Lozza, che si sono occupati delle fasi d’indagine della ricerca, e i tutor ed ex tutor che hanno preso parte con entusiasmo e grande coinvolgimento alle interviste – la volontà di evidenziare come fare tutoring faccia bene non sono a chi usufruisce del servizio, ma anche a chi lo eroga. Per citare Fosca Vezzulli, ex tutor e ricercatrice universitaria intervenuta durante l’evento: «Se sei stato tutor lo rimani per sempre: è un’occasione che permette di conoscere sé stessi, gli altri e sé stessi nella relazione con gli altri». Un’esperienza che, tra le altre cose, si converte anche in preziose competenze (comunicative, relazionali, riflessive e organizzative) che i tutor universitari portano con sé una volta proiettati nel mondo del lavoro: skills che diventano ottime cartucce da giocarsi per il proprio futuro professionale.
«Il tutor affianca lo studente, evitando sempre di sostituirsi alle sue scelte, ma aiutandolo a sperimentarsi in un contesto per lui nuovo, quale quello accademico. È grazie a un’oscillazione tra una relazione prima più protettiva, che accoglie l’inesperienza e la fragilità altrui, e poi una più direttiva che il tutor riesce ad aiutare lo studente nelle situazioni di criticità.» Come ribadito dalla professoressa Bertani – e come si vede nel simpatico reel recentemente pubblicato sulla pagina Instagram dell’Università Cattolica – il tutor mette al centro la preservazione della relazione, stando attento alle differenti situazioni e con la capacità di cogliere le necessità e le richieste di chi gli si presenta davanti. Un aiuto prezioso, talvolta indispensabile, per sentirsi inclusi e vivere al meglio e con profitto la vita universitaria.
Puoi approfondire l’offerta del tutorato di gruppo cliccando qui.