«Caro/a studente, ti scrivo», le prime parole di Elena Beccalli agli studenti
Le prime parole pronunciate dalla nuova rettrice Elena Beccalli sono all’insegna dell’apertura, del confronto, dell’ascolto e del dialogo. A cominciare dagli studenti, cui ha scritto una lettera nel giorno stesso dell’insediamento.
«Per rendere ancora più forte la mia vicinanza con tutti voi, intendo prevedere uno spazio di ricevimento e incontro regolare con coloro che desiderino avere un momento di dialogo e confronto, alimentando così una relazione che sappia cogliere e interpretare le vostre necessità e proposte». Il rettorato della professoressa Elena Beccalli è iniziato con l’impegno ad ascoltare.
Nel giorno del suo insediamento si è rivolta con una lettera a ogni studente dell’ateneo, assicurando la disponibilità ad aprire le porte del rettorato e a tenere aperto un canale di comunicazione.
Non a caso “dialogo” è la parola che fa da trama ai primi interventi pubblici, soprattutto alle prime interviste rilasciate ad alcuni importanti quotidiani italiani. Una cifra che vale per la comunità universitaria al proprio interno ma anche per il rapporto con il Paese e il mondo in senso lato.
Agli studenti promette di valorizzare il loro «carico di energia e di speranza, che ci affida una grande responsabilità: le università sono un presidio di futuro. Che deve essere orientato al bene comune. Con uno sguardo sempre più aperto al dialogo e globale».
Per loro propone «una formazione interdisciplinare, anzi transdisciplinare». Un percorso «sul quale siamo molto impegnati» afferma la rettrice. «Nell’ateneo ci sono dodici facoltà, espressione dei saperi delle scienze umanistiche, sociali, delle scienze dure e delle scienze mediche. Bene, l’obiettivo è promuovere ulteriormente il dialogo tra le discipline. Serve un’ibridazione delle competenze».
Sulla stessa linea dell’ascolto e del confronto è la scelta di procedere «con metodo orientato alla collegialità e al coinvolgimento del corpo docente e di tutte le componenti della comunità accademica». Concretamente ciò significa, per esempio, «valorizzare un organo come il Senato accademico, che raduna tutte le facoltà. È il luogo ideale per costruire nuove forme e nuovi spazi di confronto».
Parlando di apertura al mondo la rettrice ricorda che l’Università Cattolica è «un ateneo aperto al dialogo, a servizio della società civile». E aggiunge che «per sua vocazione siamo un ateneo “universale” dove il dialogo e il confronto devono essere aperti, liberi e interdisciplinari».
In questa prospettiva la professoressa Beccalli presenta una linea programmatica: «fare in modo che il nostro ateneo sia un bacino naturale a cui possano attingere la società civile, le istituzioni, il mondo del lavoro e la Chiesa italiana e universale». Con l’augurio che «la Cattolica diventi la miglior università “per” il mondo e non “del” mondo, che vuol dire essere un ateneo al servizio del bene comune a partire da chi è ai margini».
Molto rilevante, in questo sforzo di apertura, l’impegno a offrire «un contributo di pensiero che nasce da una ricerca di qualità, che impatta anche nel dibattito politico e pubblico». Senza dimenticare che «il contributo più alto che diamo al Paese sono i nostri studenti, i nostri laureati. Sono i nostri migliori ambasciatori».
Dialogo, ascolto, confronto, presidio di futuro, ibridazione delle conoscenze, coinvolgimento, università “per” il mondo, contributo di pensiero nel dibattito pubblico: sono tutte parole che lasciano indovinare l’identikit di un ateneo non ripiegato su se stesso.
Non è improbabile che ricorrano nel progetto che trapela dai primi passi del nuovo rettorato proprio per il fatto che a pronunciarle sia una donna: «una leadership femminile – ha fatto notare la nuova rettrice – può essere l’occasione per un cambio di stile e con l’attenzione a fattori importanti come l’inclusività o il benessere della comunità accademica».
Anche perché «ricerche scientifiche hanno dimostrato che una guida al femminile in imprese e istituzioni crea valore nelle organizzazioni in cui opera».
Non possiamo che augurare alla professoressa Beccalli buon lavoro all’insegna del dialogo, dell’inclusione e dell’apertura.