Riflessioni

In viaggio verso l’alba

Alla vigilia di un nuovo viaggiare, ci si muove tra letteratura e parole prima di mettere i passi al vento, e soprattutto si fa un augurio agli amici.

C’è un momento, sul fare della mattina, in cui si passa dal buio a qualcosa che non è più notte, e tuttavia non è ancora giorno; è l’attimo in cui si risveglia il merlo, che saluta la luce prima che arrivi, ed è il momento delle città in silenzio, e del mare che ferma, quasi, il suo respirare d’onda, e per un attimo smorza la sua risacca, e del bosco che si risveglia prima dello stormir di fronde.
È il momento migliore per iniziare un viaggio, per respirare l’aria che la notte ha pulito, in cui il mondo è più vero.

Per certuni è una madre dalle dita rosate, che precede il fratello quando il cielo schiarisce e si vena d’azzurro, e dona ai mortali l’ultimo sonno, quello in cui i sogni sono più veritieri. Vestita d’oro e di fiori sale sul carro, allontana la luna, ama e incita al giorno.

In un mito di fondazione è lo snodo centrale all’origine di civiltà, e il crocevia di culture che si fanno una, quando Ascanio eredita la vittoria sui Rutuli; lì è anche il nome di un re, in quella linea che congiunge Romolo a Enea.
Altrove, un altro mito racconta che sette città ricchissime, fondate da sette vescovi in fuga da Merida, diventavano d’oro al primo raggio della mattina: e avventurieri di tutte le risme, da Coronado a De Soto, le cercarono senza trovarle, qualcuno intravedendole da lontano.

Più da vicino, e raggiungibile, per molti è una città tra le vigne e i noccioli, densa di letteratura e sonnacchiosa nelle mattine di nebbia, ma così pronta a svegliarsi quando è in gioco la libertà. Accogliente, tra le botteghe che vendono nebbiolo e tartufo, tra le sue strade di porfido, vien voglia di fermarsi a fare due chiacchiere e un brindisi.

Tra i tanti poeti, nei Salmi è l’inizio della ricerca di Dio. In occitano è un genere intero, che guida gli amanti e sorveglia la separazione.
Per colui che cammina con i sandali al vento s’abbraccia, si svela, si insegue, si avvolge, mentre per il suo amico si accende e riporta speranza di camminare diritti e calmi nella vita, cantando arie ingenue.
In un dialetto è un pianto fugace che illumina il mondo e non nasconde le ombre.
Dall’altra parte, sulle colline scure è uno spiraglio che segna una fine e un inizio; sulla riva del mare è una poesia malinconica di un amore che non arriva, e di una vita che attende di passare oltre tra i vapori di un bar.

Ma questi sono solo pensieri, nelle parole di Hemingway, Omero, Virgilio, Cabeza de Vaca, Fenoglio, Rimbaud, Verlaine, Pasolini, Pavese, Caproni.

Per i suoi genitori è una bimba appena nata, che rallegra e riempie di più la vita, e provoca gioia agli amici.

Sono tutte Alba: un nuovo inizio, un simbolo di libertà, un augurio e un segno di felicità.

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