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Il Premio Strega Poesia

Un anno fa la prima edizione del Premio Strega Poesia era assegnata a Vivian Lamarque per L’amore da vecchia. Ma quali sono i libri della nuova cinquina? 

Il Premio Strega rappresenta un invito alla lettura. Se il premio più conosciuto, quello della narrativa, è assegnato dal 1947 quando vinse Ennio Flaiano con il romanzo Tempo di uccidere, l’ultimo è stato vinto dal piacevole L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio. Il primo era uno straordinario testo che narrava l’esperienza di un soldato del Regio esercito italiano durante la Guerra d’Etiopia nel 1936, mentre il secondo è ispirato ai fatti del delitto del Morrone, un episodio di cronaca nera avvenuto in Abruzzo nel 1997. Il primo premio Strega dedicato alla poesia, invece, è stato vinto da Vivian Lamarque, con L’amore da vecchia, un libro di ricordi e sussulti interiori, che corona una carriera poetica lunga più di quarant’anni, iniziata nel 1981 con la raccolta Teresino.

Quest’anno, a sfidarsi in vista della premiazione che si terrà a Roma il 9 ottobre, saranno Paradiso di Stefano Dal Bianco (Garzanti), Natura di Roberto Cescon (Stampa 2009), Vivi al mondo di Daniela Attanasio (Vallecchi), Eredità ed Estinzione di Giovanna Frene (Donzelli) e Discomparse di Gian Maria Annovi (Nino Aragno).

I libri, giudicati da una giuria composta da circa 100 personalità della cultura, rappresentano vari generi poetici, con una predilezione spiccata per la lirica.

Tra le motivazioni dell’inclusione della cinquina, si trova l’interesse per gli «svociati, gli sfigurati del margine, che i discorsi dominanti negano, cancellano, dimenticano» nel libro di Gian Maria Annovi, la capacità di ricreare «un’autobiografia universale» (Attanasio), «la tematizzazione della natura in senso integrale, dell’uomo, della terra, del cosmo e dei viventi che è un grande mistero fatto di infinite forme di una stessa materia» (Cescon), la presentazione di un «paradiso minore, terrestre, privo della proverbiale luce divina che si spande in quello dantesco. Un Eden umanissimo» (Dal Bianco), e la memoria che incontra la storia nel libro della «compiutà maturità artistica» di Giovanna Frene.

La poesia, genere che ha fatto più di ogni altro la fortuna delle lettere italiane da Dante in poi, resta un genere frequentatissimo nel nostro paese, anche se, come si ama ripetere, più dagli scriventi che dai lettori. Le vendite dei libri di poesia, infatti, rappresentano un numero estremamente marginale all’interno del mercato mondiale, e nello specifico di quello italiano. Il Premio Strega, con un intento lodevole, a metà tra promozione culturale e commerciale, cerca proprio di colmare questa distanza, attraverso la notorietà e l’autorevolezza del suo nome. L’idea è che se si parla di più di poesia si leggerà più poesia e, di conseguenza, si venderà di più, innescando un meccanismo virtuoso.

In omaggio a questo principio, ecco un assaggio dei libri dei finalisti. Nel frattempo, appuntamento al 9 ottobre per conoscere chi vincerà il premio!

Da Vivi al mondo di Daniela Attanasio

«se noi scordassimo il sole d’estate che ci \ scortava su una strada di sabbia \ verso la tela azzurrissima del mare \ se avessimo già scordato il riflesso viola dell’acqua \ gettata sugli scogli dai tagli del vento \ se volontariamente ci scordassimo \ di sperimentare la bellezza della terra o avessimo già scordato \ tutti i pensieri d’amore che risucchiando il respiro \ ci hanno fatto tremare \ una volta almeno dovremmo girarci per guardare indietro» 

Da Natura di Roberto Cescon

Alla fine della strada aspetti \ di vedere perdersi il tuo occhio \ nel giallo sovrastante della colza \ l’hai visto, e lo stai vedendo \ cosa ti commuove di quel giallo \ nel verde, e resti ancora qui \ o sei già nel giallo? E la mia voce \ la vedi, nel giallo? La senti, \ sei tu, nel giallo, e non c’è tempo \ sto aspettando da un silenzio che è tuo, \ è stato mio, sarà tuo.

Da Eredità di Giovanna Frene

«il principio su cui si fonda tutto, la persuasione del reale \ sacco di carne inerme, la fortuna di non sfuggire all’ordine \ percepito naturalmente, questo compiere esattamente e sempre \ non ciò che si vuole, ma quello che mai sarà un bene \ perpetuo o comunque non contingente, aggiunto all’evidenza che ogni fatto \ è sopravanzato dalla sua stessa necessaria essenza, anche il più imberbe: \ a qualsiasi natura tu appartenga non dare contraddizione \ alla caduta

Da Paradiso di Stefano Dal Bianco

La soluzione temporanea \ di tutta questa nuvolaglia indotta di pensieri \ è stare a vedere una valle con il vento e sotto il sole \ mentre il verde dei declivi \ di collina in collina sovrapposti \ si fa sempre più grigio di foschia \ e finisce nel bianco \ che confonde l’Amiata in lontananza con il cielo. \\ Stare a vedere è facoltà di tutti \ ma ricavarne la chiarezza di un messaggio è privilegio \ di chi si lasciasse intontire dal sole \ scardinare dal vento e ritornasse \ su di sé ma senza più visione \ ora che tutto è perduto nel bianco lontano \ e sale, sale da dentro la voce del mondo.

Da Discomparse di Gian Maria Annovi

d’oro un velo di metallo \ madonna nera del parto \ ammare \\ tra le dita intrecciate \ ha solo \\ un cordone ombelicale

Simone Biundo

Simone Biundo (Genova, 1990) è insegnante di lettere a Genova in una Scuola secondaria, è editor della rivista «VP Plus», è ricercatore indipendente di storia dell’editoria e della letteratura. Ha pubblicato poesie su «Neutopia», «Margutte», «Poesia del nostro tempo» e «Nuovi Argomenti». Per Interno Poesia è uscito il suo primo libro di poesie, "Le anime elementari" (2020). Con il poeta Damiano Sinfonico, l’attrice e linguista Sara Sorrentino cura la rassegna di poesia contemporanea , poet. – alla libreria Falso Demetrio. Qui in EDUCatt collabora come ghostwriter, SMM e content manager.

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