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L’impatto sociale come nuovo paradigma della sostenibilità

Qualsiasi azienda produce effetti, ma la differenza tra effetto e impatto è il vero discrimine: un sistema di valutazione dell’impatto sociale serve per far emergere e far conoscere il valore sociale generato dalle imprese, i cambiamenti sociali prodotti e la loro sostenibilità.

Da anni si accavallano studi, teorie, standard, si elaborano metodologie, si esaltano buone pratiche e si stratificano indicatori per cercare la strada migliore allo sviluppo sostenibile. E dopo ESG (fattori ambientali, sociali e di governance), CSR (responsabilità sociale d’impresa), SDGs (gli obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Onu) e tanti altri acronimi che hanno alimentato il dibattito sulla sostenibilità – cercando per tutti la giusta opzione per dirsi “sostenibili”, anche al prezzo di un dilagante greenwashing e di una retorica della sostenibilità fatta di grandi parole e pochi risultati, come dimostrano i tanti eventi riconducibili alla voce “crisi climatica” – la narrazione oggi si sta spostando, non solo come tendenza del mondo delle imprese ma anche sul piano normativo, verso un nuovo indicatore: la misurazione e valutazione dell’impatto sociale. Perché che qualsiasi azienda produca effetti è noto ed inevitabile, ma il fulcro della questione è saper distinguere tra effetti e impatto, che invece costringe a tenere in considerazione i cambiamenti che vengono prodotti. Rispetto all’azione svolta, il sistema di valutazione dell’impatto sociale serve per far emergere e far conoscere il valore aggiunto sociale generato, i cambiamenti sociali prodotti e la sua sostenibilità.

Diverse le fasi per arrivare a misurare l’impatto sociale: da una prima analisi del contesto e dei bisogni degli stakeholders e da una pianificazione degli obiettivi di impatto seguono l’analisi delle attività e scelta di metodologia, strumenti, tempistiche della misurazione rispetto agli obiettivi prefissati e alle caratteristiche dell’intervento per arrivare, infine, all’attribuzione di un valore, cioè di un significato ai risultati conseguiti dal processo di misurazione e alla comunicazione degli esiti della valutazione, che costituisce la base per la formulazione di strategie che l’organizzazione si pone per lo sviluppo futuro delle proprie iniziative.

Già nel 2018, a dieci anni dalla propria fondazione, EDUCatt, con il supporto scientifico di ALTIS – Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica, ha scelto di misurare e rendicontare per la prima volta gli impatti generati dai propri servizi sui principali stakeholders, gli studenti: allora la valutazione degli effetti generati permise di confrontare i risultati raggiunti con la missione perseguita e di evidenziare non solo i punti d’interesse, ma anche gli ambiti di miglioramento possibili.
A confermare l’interesse della Fondazione per il tema, un nuovo percorso di valutazione degli impatti intrapreso con il supporto di ALTIS Advisory che lavora per valutare l’impatto sociale dell’Ente mediante l’individuazione dei legami tra le azioni intraprese e gli effetti generati: il gruppo di lavoro è già impegnato in Focus Group interni che hanno l’obiettivo di approfondire le caratteristiche distintive della Fondazione e determinare il sistema di valutazione e gli indicatori d’impatto.
Da qui EDUCatt cercherà di trarre un metodo stabile da inserire nel sistema di monitoraggio e valutazione nel tempo. 

Se l’impatto sociale si rivelerà o no fondamentale per lo sviluppo aziendale lo diranno il tempo, la storia e i numeri; certo è che oggi le aziende il cui impatto è nullo, cioè la cui attività d’impresa non contribuisce a migliorare la società, perdono risorse, opportunità e presto o tardi incorrono in difficoltà. Scommettere sull’impatto sociale, in primis della comunità universitaria e poi del territorio, sembra confermarsi allora come la scelta più naturale e sostenibile. 

EDUCatt EPeople