In UniversitàNews

Il presepe e la «nostalgia dell’assente»

Nel presepe allestito nella sede di Milano dell’Università Cattolica non ci sono né pastori né pecore. Ma forse siamo noi, che ci specchiamo nella teca che lo contiene, le pecore smarrite, bisognose l’una dell’altra, animate dalla «nostalgia del nostro fratello lontano».

«Nostalgia dell’assente» l’ha chiamata il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, nella celebrazione in preparazione al Natale che ha presieduto in aula magna a Milano. Quell’«assente» era la pecora smarrita, metafora della cura senza misura di un pastore che trova più gioia nel ritrovare chi si è perduto, rischiando di lasciare sole le altre 99, piuttosto che nell’accontentarsi di un gregge che sarebbe rimasto pur sempre florido. Perché il pastore conosce a una a una le sue pecore e quella che rischia di perdere non è un numero, ma è qualcosa di speciale e unico. Un’immagine di cui Gesù si serve per spiegare qual è il volto di Dio e per indicare come dobbiamo comportarci noi, nella nostalgia del nostro fratello lontano e smarrito, consapevoli che non possiamo vivere “mai senza l’altro”, per citare un suggestivo volumetto di Michel de Certeau (Mai senza l’altro. Viaggio nella differenza, Qiqajon, Monastero di Bose, 1993, con una prefazione di Enzo Bianchi).

Pecore e pastori sono i protagonisti per eccellenza del presepe, sacra famiglia a parte. Scrostati dalla poesia del sentimento natalizio, sono i portavoce di quelle periferie sociali ed esistenziali che il “Dio della nostalgia per l’uomo” elegge come primi e privilegiati testimoni della nascita del bambino. I più lontani che si fanno i più vicini. Anche il presepe è un modo per rispondere alla nostalgia di un’assenza, che diventa presenza nella mangiatoia di Betlemme. Un modo per rendere presente un Dio che, spesso, nella nostra vita è lontano. Anche un presepe in Università Cattolica è un segno di questa nostalgia. In quello realizzato dalla Funzione Comunicazione e che il cardinale Parolin ha benedetto nel Cortile d’onore della sede di Milano non ci sono pastori e neppure pecore, ma forse siamo noi che ci specchiamo nella teca che lo contiene. C’è solo il bambino nella mangiatoia in uno spazio vuoto, a esaltarne la presenza, con sullo sfondo lo scorrere di un flusso di immagini. 

Basato sull’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e ispirato ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, il filmato ripercorre i concetti guida del progetto Onu: Persone, Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta, letti alla luce delle esortazioni del Santo Padre. Tra immagini e riflessioni, scorre l’impegno dell’Università Cattolica nel sostenere questi valori attraverso formazione, ricerca e progetti di solidarietà, contribuendo allo sviluppo di una nuova coscienza critica, aperta e sensibile, strumento di contrasto alla degradazione e di difesa della Creazione. Sì, perché il “Dio della nostalgia per l’uomo” è anche il “Dio della nostalgia per il Creato”, che va salvato e protetto perché è la nostra casa comune. Quella casa che Dio ci ha chiesto di custodire fin dal racconto biblico della Genesi.

EDUCatt EPeople