In Collegio

«Pellegrini di speranza» in collegio

Il tema della speranza, cuore pulsante del Giubileo 2025, guida le attività dei collegi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Tra ritiri, incontri accademici e testimonianze, ogni residenza declina questo valore universale in percorsi dedicati, per affrontare con fiducia le sfide del presente e costruire un futuro migliore.

Di speranza ha bisogno ciascuno di noi: le nostre vite talvolta affaticate e ferite, i nostri cuori assetati di verità, di bontà e di bellezza, i nostri sogni che nessun buio può spegnere. Tutto, dentro e fuori di noi, invoca speranza e va cercando, anche senza saperlo, la vicinanza di Dio.
(papa Francesco)

Per la comunità collegiale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore non poteva non essere centrale, nel contesto dell’Anno Santo inaugurato lo scorso 24 dicembre da papa Francesco, il tema della speranza, perno fondante del Giubileo e della bolla papale Spes non confundit. Riflessioni e attività, eventi intercollegiali, approfondimenti, ritiri e momenti di preghiera: cogliendo l’occasione di interagire con questo valore trasversale e impossibile da trascurare, le direzioni hanno offerto ai collegiali nel corso dei mesi passati – e continueranno a proporre durante tutto l’anno accademico – l’opportunità di esplorare e vivere la speranza in tutte le sue sfaccettature.

Le parole di papa Francesco sono guida e ispirazione per i collegi Paolo VI e Marianum, che hanno deciso di improntare l’intero percorso dei mesi da settembre a luglio sul tema della speranza, come raccontano la direttrice del Paolo VI, suor Sara Ghiglioni, e l’aiutodirettrice del Marianum, Martina Gasloni. Camminiamo nella speranza: questo è il titolo dato al percorso pensato per le studentesse del Paolo VI, inaugurato all’inizio dell’anno accademico con un ritiro a Desenzano del Garda per permettere alle matricole di conoscersi e immergersi nella nuova avventura del collegio, e proseguito con l’inizio del mese di novembre con l’intervento della prorettrice, la professoressa Annamaria Fellegara, su come si può essere costruttori di speranza. Accanto alla proposta di pellegrinaggio, durante il periodo di Quaresima, che porterà le collegiali alla Basilica di Sant’Ambrogio per attraversare la Porta Santa, il Paolo VI ospiterà nel secondo semestre la testimonianza di don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano e fondatore della Comunità Kairos, per mettere in luce dove abita la speranza oggi e come esserne generatori nel nostro mondo. Anche le Marianne hanno focalizzato l’attenzione, nel mese di novembre, sul fine rieducativo degli istituti penitenziari, cogliendo l’esortazione di papa Francesco ribadita anche dall’apertura della seconda Porta Santa all’interno del carcere di Rebibbia: il ciclo di conferenze RiparAzioni – Le professioni dell’Articolo 27 della Costituzione, organizzato in collaborazione con “Avvenire”, ha permesso di costruire una riflessione partendo dal tema giubilare della speranza, focalizzandosi su contesti di accoglienza e riscatto, temi che verranno ripresi e amplificati nei prossimi cicli in fase di organizzazione, che – anticipa l’aiutodirettrice Gasloni – metteranno al centro la figura del migrante e il concetto di immigrazione, «per continuare a parlare di speranza a tutto tondo, nel contesto territoriale, delle competenze e solidale»

La speranza è intrinsecamente connessa anche all’intercollegialità: la veglia in preparazione al Natale dello scorso dicembre ha riunito i collegi di Milano in una riflessione collettiva, guidata da interventi che – come raccontano i ragazzi dell’Augustinianum Matteo Fezzi e Antonio Galizia – «hanno accarezzato il tema della speranza facendone emergere le varie declinazioni, permettendo ai partecipanti di confrontarsi con le sfide quotidiane, e rinnovando il proprio impegno a vivere con fiducia». Anche per gli Agostini il ritiro spirituale a Crema dello scorso novembre è stato improntato sulla speranza e sulla preparazione all’Anno Giubilare: sotto la guida di don Daniel Balditarra, e attraverso il messaggio di papa Francesco, «sono state colte le sfide del pellegrinaggio della vita e l’importanza di mantenere viva la speranza, anche nei momenti di crisi». In contemporanea per il collegio Ludovicianum e la residenza Buonarroti l’approfondimento del tema cardine del Giubileo prende le vesti del Convivio Ludovico, una serie di incontri su tematiche trasversali di interesse per i collegiali, guidati da docenti dell’ateneo. Tra gli argomenti, la Storia maestra di speranza (grazie all’intervento del professore di Storia medievale Nicolangelo D’Acunto) e una riflessione sociologica sulla speranza e il suo legame con le scelte della società (con suggestioni del professore di Sociologia generale Matteo Moscatelli); prossimamente, il Convivio affronterà i temi della speranza in connessione alla ricerca scientifica e psicologica, alle pari opportunità e al rapporto vita-lavoro, alla storia economica e alla filosofia, con un focus sul legame tra speranza e denaro. Gli incontri, moderati da don Lorenzo Mancini, uniscono riflessioni accademiche e bibliche, culminando in un dialogo ispirato alla Spes non confundit, che sarà fonte di ispirazione anche per gli appuntamenti della ventottesima Settimana Eucaristica, dove non mancheranno momenti di confronto spirituale e di studio in preparazione alla Pasqua.

I collegi dell’Università Cattolica hanno trasformato il tema della speranza in un filo conduttore per le loro attività, in vista del Giubileo 2025. Ovviamente i collegi romani Ker Maria, San Damiano, Nuovo Joanneum e San Luca-Armida Barelli hanno la preziosa opportunità di vivere in prima linea la vicinanza di questo evento storico, che muta e rende ancora più speciale l’esperienza di stare all’interno della Città Eterna. Gli eventi previsti per le residenze romane (alcuni dei quali in fase di definizione) sono molteplici, come racconta la direttrice del San Luca-Armida Barelli, suor Sandra Bonura: «Il ritmo di questo anno è dettato dalle note del Giubileo, un’istituzione che, nel suo valore religioso e sociale, vuole generare non solo atti di culto, ma soprattutto un rinnovamento radicale della comunità umana, anche nelle sue strutture socioeconomiche. Realtà concreta, esercizio storico, personale e comunitario che, come il Collegio, interpella responsabilità e giustizia, fraternità e solidarietà, impegno e libertà». Un approfondimento sulla vita di Chiara Lubich, contest fotografici, doni concreti (come una penna personalizzata per “sottoscrivere” l’impegno di cammino comune) e desiderio di rileggere ogni evento, grande e piccolo, «come provocazione ad approfondire i diversi aspetti legati al tema della speranza e alimentare il desiderio di aprirci a qualcosa di sempre più grande». Anche i social delle realtà collegiali si popoleranno di post, rubriche, «pillole di consapevolezza» e stories a testimonianza degli appuntamenti, come è già stato fatto in occasione della serata di approfondimento sul tema del Giubileo, con un quiz interattivo che ha permesso di gustare – come si legge nella didascalia del post sui social del collegio – «il senso di un rito che vuole rinnovare in modo profondo la vita, in tutta la sua concretezza, sollecitando per tutti un diverso ordine di relazioni: giuste, vere, solidali, rispettose, fraterne».

[Si ringraziano per la collaborazione alla scrittura di questo articolo tutti i Collegi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e in particolare Alessandro Anselmo, suor Sandra Bonura, Matteo Fezzi, Antonio Galizia, Martina Gasloni, suor Sara Ghiglioni e Grazia Satta; l’immagine a corredo è uno scatto dal ritiro spirituale del collegio Paolo VI, Camminiamo nella speranza, a Desenzano del Garda.]

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