Rinascita, perdono, speranza, le parole del Giubileo
Il Giubileo invita alla riflessione, alla riconciliazione e alla speranza. Dal suo esordio biblico, passando per la storia della Chiesa e giungendo al significato universale che ha oggi, rappresenta un’occasione unica per rinnovare valori fondamentali e quanto mai attuali, come sottolinea papa Francesco in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Santo 2025.
Fratelli e sorelle, questo è il Giubileo, questo è il tempo della speranza!
Con queste parole papa Francesco, lo scorso 24 dicembre, ha inaugurato l’Anno Santo. Di fronte a venticinquemila fedeli, raccolti in silenzio solenne, il Santo Padre ha poggiato la sua mano alla Porta Santa della Basilica di San Pietro, aprendola e attraversandola, seguito subito dopo da cinquantaquattro pellegrini di diverse nazionalità, i primi “pellegrini di speranza”, a rappresentare ogni uomo e ogni donna a cui, come ha detto poi papa Francesco nella sua omelia, «viene dischiusa la porta della speranza, che non delude».
Un evento straordinario, che mescola spiritualità, storia e tradizione: il Giubileo attraversa i millenni e affascina, per il suo sembrare – ma solo in apparenza – “fuori dal tempo” e contemporaneamente invitare al perdono, alla rinascita, al rinnovamento, per impegnarsi a «portare speranza» – questo il tema scelto da papa Francesco per questo Anno Santo, indetto con la bolla Spes non confundit – «là dove è stata perduta».
L’origine del Giubileo affonda le sue radici nella Bibbia e, in particolare, nella tradizione ebraica. Nel libro del Levitico si legge che ogni cinquant’anni doveva essere proclamato un “anno di giubilo”, durante il quale venivano liberati gli schiavi, condonati i debiti e restituiti i terreni ai proprietari originari. Il termine stesso “Giubileo” deriva dalla parola ebraica yōēl, che significa “corno d’ariete”, lo strumento che veniva usato per annunciare l’inizio di questo tempo di riconciliazione, di riposo per la terra e di rinnovamento spirituale, in cui si invitava il popolo a ritrovare un equilibrio con Dio, con il prossimo e con la creazione.
Fu papa Bonifacio VIII a istituire ufficialmente il primo Giubileo cristiano nel 1300 (non a caso l’anno in cui Dante immagina di compiere il suo viaggio ultraterreno nella Divina Commedia). L’evento fu concepito come un “Anno Santo” in cui i fedeli avrebbero potuto ottenere l’indulgenza plenaria, vale a dire la remissione totale delle pene legate ai peccati già confessati e perdonati. L’evento ebbe un successo straordinario: migliaia di pellegrini si riversarono a Roma per visitare le tombe degli apostoli Pietro e Paolo, creando un afflusso senza precedenti nella Città Eterna. Impressionato da questo risultato, Bonifacio VIII stabilì che l’Anno Santo si sarebbe celebrato ogni cento anni, ma nel corso dei secoli la cadenza è andata modificandosi, passando con papa Clemente VI a ogni cinquant’anni e arrivando poi a ogni venticinque anni con papa Paolo II nel 1470, una cadenza che è rimasta invariata fino a oggi. Oltre ai Giubilei ordinari, la Chiesa ha istituito anche Giubilei straordinari, convocati in occasione di particolari eventi o necessità. Emblematico è il Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco nel 2015, evento che si è distinto per l’apertura delle Porte Sante in tutto il mondo, simbolo di accoglienza e perdono. Anche questo Giubileo, quello della Speranza, mantiene centrale questo gesto, semplice e potente, come ha mostrato di essere l’apertura della seconda Porta Santa, lo scorso 26 dicembre, all’interno del carcere romano di Rebibbia: un momento fortemente desiderato dal pontefice, che ha sottolineato durante l’omelia: «Ho voluto che ognuno di noi tutti che siamo qui, dentro e fuori, avessimo la possibilità anche di spalancare le porte del cuore e capire che la speranza non delude».
Nel corso dei secoli, il Giubileo non è stato solo un momento di raccoglimento spirituale: durante gli Anni Santi, Roma si trasforma in un crocevia di popoli, culture e lingue, accogliendo milioni di pellegrini da ogni parte del mondo. Questo si riflette da sempre sulla Città Eterna, che muta il suo tessuto urbano con nuove infrastrutture, chiese, monumenti (per esempio durante il Giubileo del 1475 vengono costruiti la Via Giulia e il Ponte Sisto, per facilitare il transito dei pellegrini verso la Basilica di San Pietro), e ispirando nell’arte e nella letteratura opere a celebrazione della fede, della speranza e della redenzione.
Oggi, il messaggio del Giubileo ha acquisito una dimensione universale, invitando tutti, credenti e non, a riflettere su riconciliazione, giustizia, solidarietà. Il Giubileo del 2025, che vedrà la sua conclusione il 6 gennaio 2026, quando il pontefice richiuderà la Porta Santa in Vaticano, non può non permeare e influenzare anche la realtà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del suo Centro Pastorale, con gli appuntamenti previsti nel corso dei prossimi mesi, e della Fondazione per il Diritto allo Studio Universitario: EDUCatt, sia con le parole della presidente, Elena Marta, che invita a sperare nel senso di «immaginarsi capaci di raggiungere obiettivi», sia con le iniziative e gli eventi organizzati all’interno della dimensione dei collegi e delle residenze universitarie su tutte le sedi, è presente e attenta alle suggestioni che verranno generate da questo anno di riflessione e riscoperta. Il messaggio del pontefice nella Spes non confundit è un invito che chi gravita intorno all’ateneo universitario, mettendosi a servizio degli altri, non può non fare proprio, nella vita di ogni giorno e non solo in occasione del Giubileo:
Sì, abbiamo bisogno di «abbondare nella speranza» per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta; perché ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza.
(Papa Francesco, Spes non confundit)
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Sito ufficiale del Giubileo 2025
[Foto di Gabriella Clare Marino su Unsplash]