Aiutare l’Africa con progetti sostenibili di inclusione
Le iniziative di sviluppo sostenibile e di inclusione sociale sono quelle che ispirano progetti come la start-up Buslin dell’alumno dell’Università Cattolica André Ndereyimana. Su questa linea si inseriscono anche i progetti nati intorno all’Ateneo come il Centro di Solidarietà Internazionale (CeSI), E4Impact, che supporta imprenditori africani, l’Associazione Realmonte, impegnata nell’integrazione dei rifugiati, e Casa Fogliani, che accompagna studenti in difficoltà.
In un paese in cui il 70% della popolazione vive di agricoltura, il Burundi, André Ndereyimana ha deciso di creare un modello di microcredito che non presta denaro ma offre strumenti concreti per l’autosufficienza.
Imprenditore e agronomo africano, André Ndereyimana ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze agroalimentari presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, per poi fondare nel 2015 la start-up Burundi Smallholder’s Livestock Network (Buslin). André ha ricevuto il sostegno della Associazione Realmonte sin dal suo percorso di dottorato a Piacenza e il suo obiettivo è quello di migliorare le condizioni economiche e nutrizionali delle famiglie rurali in Burundi, dove circa il 70% della popolazione è contadina. Come ha spiegato la professoressa Cristina Castelli, vicepresidente della Realmonte, «l’Associazione ha avviato, in stretta collaborazione con l’Università, una riflessione su come consolidare un modello circolare che vede impegnati e reciprocamente avvantaggiate la ricerca, la formazione e l’azione sul campo nell’ambito di progetti di cooperazione e sviluppo nei paesi più poveri dell’Africa, nello specifico in Burundi. Si tratta di sfide umanitarie complesse e multidisciplinari che toccano temi etici e di diritto, socio-economici, educativi che vanno affrontati, come ci insegna Papa Francesco con la testa, con il cuore e le mani».
André Ndereyimana è riuscito a trasformare il supporto ricevuto in un’impresa che ha costruito, nei 10 anni di attività, un sistema integrato e articolato di microcredito che, invece di prestare denaro, fornisce direttamente mezzi di produzione – animali, strumenti e formazione – garantendo agli allevatori tutto ciò di cui hanno bisogno per avviare e far crescere le loro attività. Ma c’è di più: il rimborso del prestito avviene solo se il progetto raggiunge i risultati sperati, evitando così il rischio di indebitamento insostenibile.
Anche grazie a questo sistema, ritagliato su misura sul contesto africano, la scolarizzazione primaria nelle famiglie coinvolte è aumentata del 10%, mentre la povertà estrema è in netto calo. Il modello sta creando un circolo virtuoso, formando nuove generazioni di microimprenditori rurali che non solo migliorano il loro tenore di vita, ma contribuiscono anche alla crescita economica del Burundi.
La storia di André Ndereyimana è un esempio di come sia possibile attuare una tipologia di sostegno rivolto ai territori del Terzo Mondo accuratamente studiato per funzionare in collaborazione con i nuclei familiari e i manager locali.
L’Università Cattolica, oltre alle occasioni di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale offerte dal CeSI, il Centro di Solidarietà Internazionale dell’Ateneo, raccoglie intorno a sé diverse realtà che promuovono la formazione e l’integrazione di persone provenienti da situazioni di fragilità. Si muove ad esempio su questa linea E4Impact, una realtà nata nel 2010 su iniziativa di ALTIS – Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e divenuta Fondazione nel 2015. Le attività di E4Impact hanno raggiunto 21 paesi africani in cui sono stati formati più di 2.000 imprenditori e oltre 40.000 coltivatori, coinvolgendo nella formazione dei progetti di filiera oltre 26.000 beneficiari. L’obiettivo di E4Impact è quello di innescare circoli virtuosi che possono poi crescere in autonomia. Infatti oltre il 60% degli imprenditori ha aperto nuovi canali vendita e assunto nuovi dipendenti.
Anche la mission dell’Associazione Realmonte parte dalla necessità di ricostruire il tessuto sociale di persone provenienti da situazioni vulnerabili, consolidando situazioni di benessere psicologico ed emotivo di giovani rifugiati, con una particolare attenzione per i minori. Nata nel 2009 in memoria del Professore Francesco Realmonte, che fu studente dell’Università Cattolica e del collegio Augustinianum e poi Ordinario di Diritto civile nel medesimo Ateneo, l’Associazione Realmonte lavora a fianco degli operatori e delle operatrici sociali, facilitando agli immigrati in Italia l’accesso a opportunità che valorizzino e rafforzino le loro capacità e attivando anche azioni di sostegno sul territorio, per la crescita personale e professionale degli assistiti.
Con un obiettivo analogo è nato il marchio solidale Casa Fogliani, creato in EDUCatt per accompagnare negli studi universitari giovani in condizioni di estremo bisogno, offrendo loro tutta l’assistenza necessaria. Grazie a diverse iniziative, Casa Fogliani ha raccolto dall’inizio del progetto circa 270.000 euro e ha accompagnato 18 ragazzi, fornendo loro a seconda delle necessità assistenza economica, medica, linguistica, vitto, alloggio e tutto quanto necessario al raggiungimento del traguardo. Da inizio 2025 in Casa Fogliani si è sviluppata anche una collaborazione con la Associazione Sorrisi infiniti, che opera in Burundi con il fine di migliorare la vita delle comunità vulnerabili in loco, e che sostiene il progetto Sorrisi infiniti con la prospettiva di promuovere la terapia del sorriso e progetti di empowerment femminile, educazione, inclusione di bambini con disabilità e sostegno alimentare.
L’immagine di copertina è una foto di Andrea Aschedamini scattata durante una lezione di italiano per stranieri tenuta dai collaboratori dell’associazione Realmonte.